Hannibal – Dal grande al piccolo schermo: guida alla saga completa
Entrato di diritto nell’olimpo dei più famigerati serial killer che il grande schermo ci ha restituito, il Dott. Lecter, creatura partorita dalla mente di Thomas Harris e interpretata magistralmente da Anthony Hopkins, gode da quattro decadi dello status di cattivo anti-eroe per antonomasia nel panorama orrorifico. Contrariamente alla produzione cinematografica, cronologicamente avviata, almeno per quel che riguarda la saga con protagonista Hopkins, nel 1991 con Il silenzio degli innocenti, Harris avvia la carriera sanguinaria di Hannibal the cannibal con Red Dragon. Ma, ad onor del vero, la prima trasposizione per il grande schermo arriva in realtà per mano di Michael Mann, che firma nel lontano ’86 Manhunter: frammenti di un omicidio, con Brian Cox nei panni di Lektor. E proprio da questo pionieristico titolo prende avvio l’analisi di Riccardo Antoniazzi che nel volume, edito da Shatter, mira a restituire una guida alla saga completa del più raffinato, elegante, sanguinario psichiatra amante della carne umana e del buon Chianti che la storia conosce. L’opera del giovane autore veneto parte dalla prima trasposizione cinematografica sino alla recente serie TV, comprendendo sequel e prequel. Sette capitoli, attraverso i quali Antoniazzi scandaglia tutte le caratteristiche e le dissidenze che hanno decretato il successo di questo movie maniac, assurto a icona pop, e abile e intelligentissimo serial killer. Da Jonathan Demme a Ridley Scott, da Brett Ratner a Peter Webber sino alla trasposizione televisiva che ha visto più registi alternarsi dietro la macchina da presa, diversi sono stati i grandi nomi che hanno diretto e coadiuvato Hopkins, tra cui anche il nostro Giancarlo Giannini in Hannibal (2001). Tutti in questo volume posti sotto la lente d’ingrandimento. Il volume di Antoniazzi, oltre alla mera analisi di ciascun titolo che compone la saga, si pone l’obiettivo di ripercorrere il viaggio transmediale del personaggio, dalla pagina scritta al grande e piccolo schermo. Perché, d’altronde, Hannibal Lecter, come nessun altro serial killer di finzione, è riuscito ad assumere vita propria, a prescindere dal medium in cui è relegato. E questo saggio ne è l’ulteriore prova.