Delusi dalla preda
Il Golfetto è un quartiere che qualcuno definirebbe difficile. Una gettata di cemento da cui spuntano i condomini dove vivono gli ultimi. Un travestito in disarmo un tempo regina della notte, un fruttivendolo con un piano per svoltare, la moglie di un pusher scomparso e tre figli a carico, e un poliziotto alle prese con un giro di pedofilia che sembra mettere alla prova la sua integrità e, soprattutto, i suoi stessi istinti più profondi. Destini segnati di esseri umani danneggiati le cui fila, tirate dagli eventi, finiscono per unirsi riportando al pettine tutti i nodi di una vicenda sporca che non lascia spazio al riscatto per nessuno. Verrebbe da dire: la solita Pallonata, e lo si direbbe a ragion veduta. Prodotto dal collettivo Mammaiuto, Delusi dalla preda è infatti il tipico fumetto à la Lorenzo Palloni, il volume che ti aspetteresti dall’autore di La Lupa, e che in tal senso non riserva sorprese. Questo fumetto, infatti, è come al solito l’espressione di uno dei talenti più elevati e cristallini della scena fumettistica italiana che se ne esce con un prodotto, l’ennesimo, in grado di giocarsela a livello internazionale senza nemmeno sudare.
Delusi dalla preda è un noir corale e senza speranza, in cui i fili di una trama complessa vengono riannodati con un’ottima padronanza dei tempi narrativi di modo da rendere appassionante il processo della storia che si dipana, pur mantenendo leggero l’aspetto dell’indagine d’altronde il fumetto non è propriamente un giallo, e da far emergere i personaggi con tutto il loro vuoto, le loro sfighe, le loro esistenze ai margini nel tentativo di svoltare o, al limite, di tirare avanti un altro giorno ricordandosi dei tempi migliori. Ma il mondo di Delusi dalla preda non fa sconti perché Homo homini lupus e se per i più deboli non c’è scampo, anche chi ha le zanne per difendersi se le rompe contro il cemento di un quartiere più grande e più spietato in cui conta solo l’interesse finché sei capace di perseguirlo, o finché non vai a sbattere contro una pallottola.
Qualitativamente, il fumetto è il solito lavoro di Lorenzo Palloni autore completo: un tratto à la Mazzucchelli prima maniera che porta avanti la lezione del fumetto underground stile A History of Violence alzando l’asticella di quel tanto, in sinergia con una scrittura tirata, essenziale, dove ogni singolo elemento è pesato e non ci sono digressioni inutili o virtuosismi che cercano di stupire a buon mercato con la bella pagina. C’è una storia da raccontare fatta di elementi basilari: ritmo, personaggi, trama, quanto basta per fare bene senza allungare il brodo, per un fumetto spartano nonostante la sua corposità ma a cui di certo non manca niente. Un fuoriclasse quando torna a lavorare sui propri marchi di fabbrica non è uguale a sé stesso, è solo riconoscibile e, visti i risultati, va benissimo così.