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Virus 32

2022
REGIA:
Gustavo Hernández
CAST:
Paula Silva (Iris)
Daniel Hendler (Luigi)
Pilar García (Tata)

Il nostro giudizio

Virus 32 è un film del 2022, diretto da Gustavo Hernández Ibañez.

Covid-19, H1N1, H7N9 e, già che ci siamo, pure SARS-CoV-1. Sembra proprio che, soprattutto di questi tempacci, la frenetica lotteria delle pestilenze non accenni affatto a placarsi. Specialmente quando, per l’ennesima volta, ci sono di mezzo i cari vecchi mangiacarne a tradimento. Esatto gente, proprio loro: allegri, pimpanti e pronti più che mai a scatenare l’ennesima pestilenziale Apocalisse in Terra, stavolta nientemeno che in quel del già turbolento Uruguay. Ma se, ad una prima superficiale occhiata, un titolo come Virus 32 appare tutto fuorché fresco e fragrante, il suo vero quid sta nel significato di quel numerino che lo accompagna, il quale, almeno stavolta, non ha nulla a che fare con qualche criptica ed esoterica nomenclatura da laboratorio. 32 sono, infatti, i secondi precisi precisi di blackout che colpiscono i nostri appestati dalla mascella facile subito dopo ciascuna delle loro voraci aggressioni, dando il tempo alle future potenziali vittime di sfruttare questo provvidenziale refresh per mettersi in salvo, prima che il sistema operativo si riavvii e il ben noto sanguinolento giochino al massacro riprenda di gran carriera.

Un’idea certo interessante e a suo modo originale quella partorita dal buon Gustavo Hernández Ibañez che, dopo il soffocante exploit paranoico di Local God e l’interessante parentesi gotica di You Shall Not Sleep, con Virus 32 sceglie stavolta di solcare i ben battuti terreni dello zombie movie, aprendo le filmiche danze con un fluidissimo ed articolato piano sequenza che, in meno di dieci minuti, oltre a riportaci con la mente e con il cuore a quel suo piccolo perturbante esordio in one shot che fu La Casa Muda, ci schiaffa dritto in faccia e senza troppi complimenti le apocalittiche coordinate della devastazione in atto. Ed è appunto nel mezzo di questo devastante Armageddon urbano che la scapestrata Iris (Paula Silvia) si ritroverà catapultata, assieme alla figlioletta Tata (Pilar Garcìa), durante il suo disgraziato turno come guardiana notturna in un immenso e scalcinato club sportivo, il quale diventerà a sorpresa l’ultima roccaforte, tutt’altro che inespugnabile, nella quale difendersi dall’orda di sciroccati antropofagi – più simili agli infettivori centometristi di Boyle che ai deambulanti redivivi romeriani – intenti a mettere a ferro e fuoco la città peggio che una manifestazione dei beneamati Gilet Gialli.

Niente di nuovo sotto il sole e men che meno sul fronte occidentale, sia chiaro. Sta di fatto, però, che un film come Virus 32 il suo perché ce l’ha eccome. A cominciare dall’ombra di quel tragico lutto che, peggio della stessa consueta misteriosa epidemia, appesta in profondità sin dal primissimo ciack quella che, in altri luoghi e in altri laghi, non sarebbe stata altro che l’ennesima storiella di sopravvivenza contro l’ennesima Army of the Dead, condita con sangue e frattaglie assortite tanto per gradire. Un lutto che, oltre ad avere un’influenza diretta e viscerale sugli stessi personaggi, costituisce pure il mood attorno al quale l’intero terzo e ultimo atto viene interamente costruito, concedendosi pure il lusso di un bel parto zombesco che, diciamoci la verità, fa sempre piacere e che, con un minimo di coraggio in più, avrebbe potuto regalare brividi ancor più forti. Davvero niente male per quello che, a conti fatti, si rivela un orrorifico surival movie dal tasso di truculenza insolitamente contenuto e che, seguendo la lezione del lontano cuginetto argentino De la Vega e del suo I Am Toxic, dimostra non di voler creare un nuovo piatto da gourmet, quanto piuttosto prendere ingredienti già precotti e preconfezionati per tirarci fuori un gustoso buffet moderatamente ipercalorico, capace di saziare sino in fondo anche gli appetiti più voraci ed esigenti che bazzicano per i canali di Midnight Factory. Soprattutto quelli abituati ad una succosa tartare di carne umana appena macellata