Featured Image

Super Mario Bros. – Il film

2023
REGIA:
Aaron Horvath, Michael Jelenic
CAST:
Claudio Santamaria (Mario)
Valentina Favazza (Principessa Peach)
Emiliano Coltorti (Luigi)

Il nostro giudizio

Super Mario Bros. – Il film è un film del 2023, diretto da  Aaron Horvath e Michael Jelenic.

“Grazie, Mario, ma la principessa è in un altro castello!”.  

Anche chi non ha mai preso in mano un pad per avventurarsi tra funghi e tubi seguendo le gesta di Super Mario e di suo fratello Luigi conosce questa frase, per via dei numerosi meme che ha ispirato. Ormai è di uso comune. E sembra anche la sintesi perfetta della storia delle trasposizioni filmiche da videogiochi, una vicenda di sconfitte e tentativi, fino a oggi raramente riusciti. Si ricordano forse il Prince of Persia con Jake Gyllenhaal nel 2010, i due capitoli della saga di Tomb Raider con Angelina Jolie, magari il primo Mortal Kombat… ma è stata dura. Fino ad oggi. Super Mario Bros. – Il film supera brillantemente il problema principale di ogni pellicola tratta dai videogiochi: non essere giocabile. Va da sé: ciò che funziona quando è condito da interattività, spesso non funziona quando si tratta di stare a guardare e basta, e questo vale anche per i film non specificamente tratti da videogiochi ma che si comportano come se lo fossero, come il recente e noiosetto John Wick 4 Se è solo il regista a giocare, noi che ci stiamo a fare? Ebbene, Mario ha la risposta: ci stiamo per “essere giocati”, il che – sì – vuol dire anche essere raggirati, come in un abile gioco di illusionismo dove però noi siamo perfettamente consapevoli e consenzienti. Non è del resto questo, il cinema, ovvero la “grande illusione?” 

Attraverso questa inversione di concetto, il film riesce comunque a creare una sorta di interattività simulata che ci vede coinvolti. Ci vede coinvolti quando abbina alle azioni jingle ed effetti sonori familiari che corrispondono a ciò che vediamo scorrere su schermo. Ci vede coinvolti quando l’ambiente 3D – a cui il baffuto idraulico è abituato già dai tempi di Super Mario 64 – si appiattisce (ma sempre con una giustificazione razionale sul piano narrativo o quantomeno visivo) per simulare le due dimensioni, le piattaforme, i mattoncini e compagnia cantante. Ci vede coinvolti quando cita, ovviamente, tutti i giochi a memoria d’uomo della saga di Mario, dal classico per NES alla variante automobilistica Mario Kart, a quella da combattimento Super Smash Bros., alla portatile Super Mario Land. Ci vede coinvolti anche quando gingilla con le nostre aspettative, rendendo spesso la principessa Peach, in origine donzella da salvare, più protagonista e più capace dello stesso Mario, ma attenzione, non si tratta di “inclusività da bancarella” come fin troppo spesso vediamo accadere nelle moderne produzioni Disney, perché Peach è un personaggio giocabile già a partire da Super Mario 2, e quindi perché no? Forse questa è solo una partita in cui il giocatore ha scelto di impersonare lei invece di Mario. E quindi chi è, il personaggio da salvare? Ecco, qui forse la partita si sbilancia un pochino, perché si tratta proprio di Luigi, il Player 2 per antonomasia, che qui non è alla pari dell’eroe come nei videogiochi classici ma risulta pavido e impacciato, riscattandosi però ampiamente nel finale.  

C’è anche un corollario di comprimari niente male: dal funghetto Toad al cattivo Bowser (o Koopa, se preferita la versione Giappo), passando per Donkey Kong, che qui si ritaglia lo spazio di un ruolo più sfumato del semplice villain, alla primissima versione di Mario, quel Jumpman che appariva proprio nel gioco di Donkey Kong e che fino a ieri abbiamo identificato con Mario stesso… e invece!  A livello di impianto, comunque, i registi Aaron Horvath e Michael Jelenic e lo sceneggiatore Matthew Fogel si mantengono – e fanno bene – su uno sviluppo semplice, di buon intrattenimento per famiglie, non troppo distante dalla versione live action del 1993 con Bob Hoskins e John Leguizamo, abbandonandone però le venature dark e para-realistiche che lo rendevano per certi versi un bizzarro antecedente del cinema di Christopher Nolan. Shigeru Miyamoto, creatore di Mario, figura invece come produttore insieme al Chris Meledandri di Cattivissimo me. Nell’edizione italiana, a dare voce a Mario è nientemeno che Claudio Santamaria. Forse è vero che i videogiochi che di base non hanno una vera trama sono più semplici da trasporre, permettendo una maggiore libertà creativa e una più potente inventività. Fatto sta che stavolta ci siamo: “Grazie Mario, la principessa è proprio in questo castello!”