The Creator
2023
The Creator è un film del 2023, diretto da Gareth Edwards
Nella solita affrettata corsa alle recensioni, solitamente non si fa sconti a nessun film. L’obiettivo è subito trovare l’ispirazione, o se si vuole fare i fighi la scopiazzatura. E quindi, anche per The Creator del buon Gareth Edwards, la lista di titoli prodromici o seminali non è stata assolutamente risparmiata: alcuni a ragion veduta, altri molto più forzati. Con lo stesso Edwards che, illo tempore, dichiarava candidamente che Star Wars aveva ispirato la sua carriera registica. Segreti di Pulcinella a parte, il nostro riparte effettivamente da Rogue One, precedente film che ha diversi punti di contatto con la sua ultima fatica. Il punto di partenza è sempre la missione in un mondo stravolto e alla ricerca di una nuova speranza (sì, termine volutissimo). Ovviamente il tutto è posto nel modo più sfumato possibile e così, in un futuro in cui gli esseri umani sono entrati in guerra con le A.I., un soldato americano rimasto vedovo deve condurre una missione alla ricerca del creatore di quest’ultime e della sua nuova “arma” per vincere il conflitto.
Non c’era neanche bisogno del trailer per capire che le cose non sarebbero state così lineari. Edwards, dal canto suo, non ha mai nascosto l’ambizione di inserire riflessioni di tipo geopolitico nelle sue storie di finzione. Nello specifico, l’attuale e silente (fino ad un certo punto) tensione tra Occidente e Oriente, con voluti riferimenti al Vietnam come precedente pericoloso e destinato a ripetersi. E qui, in effetti, c’è la più certa delle ispirazioni del film, ossia quell’Apocalypse Now che meglio di altri ha saputo raccontare la follia della guerra, intesa anche come allucinazione collettiva. La tesi, anche per quanto riguarda il tema tanto dibattuto delle intelligenze artificiali, non lascia altrettanto spazio ad interpretazioni: il problema è l’essere umano (in particolare quello occidentale) e la sua fin troppo libera scelta tra Bene o Male, amore o odio, pace o guerra. Così Joshua Taylor (John David Washington), nel suo incontro con la “simulante” Alfie, si rivela presto essere eroe redento e salvato in una storia, per così dire, di conversione. Il sacro è dunque l’altro punto di contatto con i predetti punti di riferimento, specie per quanto riguarda la parte divino-creazionistica e quella messianica, a conferma di come il genere fantascientifico guardi ancora al futuro ipertecnologico e non più esclusivamente umano come ad un tempo dove la fede continuerà a spingere menti e, soprattutto, corpi. Corpi che, per una volta, accolgono in sé la carne e il metallo, indifferentemente dalla specie.
Una commistione che invece non riguarda il Nomad, impressionante stazione spaziale i cui circuiti e settori hanno l’unico obiettivo di distruggere ed incenerire. Un monolitico Moloch che, con i suoi raggi azzurri, canta la morte in nome della libertà degli esseri umani. Ma soprattutto, come nei precedenti film di Edwards (incluso Godzilla), sono i temi del martirio e del sacrificio a dare ulteriore senso alla storia e a chiudere il cerchio. Potrà risultare didascalico o banale per molti, ma non è niente di più e niente di meno che un modo sapiente di mascherare il classicismo con uno sguardo appena appena postmoderno. Che poi è la pasta di cui sono fatti quasi tutti i prodotti audiovisivi più amati di quest’epoca. The Creator ha solo il difetto di esagerare, di tanto in tanto, con quel tipo di scrittura, ma rimane opera visivamente straordinaria e profondamente immersiva, oltre che una perfetta disamina sul nostro tempo.