What Jennifer Did è un film del 2024, diretto da Jenny Popplewell.

Il True Crime oggi va di moda. Nocturno ci ha scritto per primo un dossier all’avanguardia sul numero 242. Gli appassionati del genere avevano gioito, oltre dieci anni fa, quando in Tv fioccavano prodotti audiovisivi di importazione – principalmente statunitensi – trasmessi sulle reti private oltre il numero 9. La grande festa per gli amanti del True Crime è continuata grazie al proliferare delle piattaforme streaming, che per riempire i propri palinsesti hanno cavalcato l’onda (che ha travolto anche editoria e social), acquisendo e producendo documentari e serie ispirati ad efferati fatti di cronaca nera. È chiaro che quando di moda si tratta, quando il grande pubblico abbraccia un genere in modo compulsivo, da una parte saltino fuori dei grandi successi di critica e di pubblico (per i documentari si possono citare Making a Murderer, Night Stalker o Killer: The Bundy Tapes, per le serieDahmer), dall’altro altri prodotti decisamente mediocri. What Jennifer Did: il caso di Jennifer Pan è proprio uno di quei documentari inseriti nel listino Netflix per fare volume, quei doc che altro non sono che un noioso sbrodolamento di un programma televisivo che  al massimo – in 25 minuti esaurisce tutto il suo racconto.

What Jennifer Did racconta alcuni fatti di cronaca nera accaduti a Markham, Ontario nel 2010. Un gruppo di criminali ha aggredito nella loro casa i Pan, tranquilla famiglia originaria del Vietnam, grandi lavoratori che a testa bassa si sono costruiti una piccola fortuna. In una sera di novembre uguale alle altre, in un quartiere di Toronto con il più basso tasso di criminalità, una giovane chiama disperata il 911: alcuni criminali sono entrati in casa sua e hanno aggredito lei e i suoi genitori. La ragazza afferma di aver udito degli spari, forse i suoi genitori sono feriti, per questo chiede aiuto agli agenti che presto arrivano sulla scena del crimine trovando una situazione raccapricciante, un cadavere e un uomo in fin di vita. A quanto pare i malviventi sono entrati in casa con lo scopo di rapinare la famiglia Pan, ma qualcosa deve essere andato storto. Il quadro sembra elementare, eppure una volta avviate le indagini le cose non combaciano: quello che sembrava essere una “banale” rapina violenta si rivela essere qualcosa di molto più torbido. Bisogna impegnarsi per salvare qualcosa di questo documentario. Gli aspetti più interessanti riguardano le registrazioni degli interrogatori di Jennifer Pan, in cui la polizia canadese può anche mentire per estrapolare la verità dai sospettati.

La protagonista di questa storia è una vittima dell’aggressione che ha ridotto in fin di vita suo padre e ucciso sua madre: è sconvolta e non si capacita di quanto sia successo, eppure ha qualcosa di strano. Alcuni spettatori potranno intuire molto presto nell’arco del racconto quale sia la verità che si nasconde dietro questo crimine, anche se non è così scontata, spegnendo così la line thriller insita nel genere True Crime. Nonostante la noia, le riprese delle telecamere delle centrali di polizia in cui avvengono gli interrogatori riescono a tenere acceso un minimo di intrattenimento. La ragazza omette informazioni che per lei sembrano non avere conto, c’è poi un testimone – il padre di Jennifer – che però è in coma farmacologico a causa delle ferite di arma da fuoco riportate durante l’aggressione. C’è anche un ex ragazzo con precedenti per spaccio che orbita nella vita di Jennifer e delle strane chiamate anonime che stalkerizzano gli attori di questa vicenda. Insomma, il caso ha sicuramente degli aspetti coinvolgenti, ma il vero problema è la sceneggiatura scritta in modo approssimativo, risultando scadente e ripetitiva. Inoltre le ricostruzioni sono poco ficcanti e avvincenti, in più il tasso di suspense è praticamente inesistente, al twist non viene data la giusta enfasi e il colpo di scena è telefonato. Senza aggiungere spoiler si può dire che What Jennifer did: il caso di Jennifer Pan è un prodotto trascurabile, anche se il risvolto del caso è degno di un colpo di scena alla Shyamalan. Non basta scegliere un caso di cronaca peculiare, bisogna anche sapere come raccontarlo.