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The Outfit

2022
REGIA:
Graham Moore
CAST:
Mark Rylance (Leonard Burling)
Zoey Deutch (Mable Shaun)
Johnny Flynn (Francis)

Il nostro giudizio

The Outfit è un film del 2022 diretto da Graham Moore.

Chicago 1956: sotto il vestito tutto. Perché alla fine è l’abito a fare il monaco. Molto più di quanto si voglia o non si voglia credere. Questa, in estrema sintesi, la morale di The Outfit, il thriller sartoriale cucito su misura per spettatori raffinati e approdato su Netflix nel mese di maggio 2024 dopo aver incassato 33 milioni di dollari nelle prime 3 settimane di programmazione in sala. Graham Moore, romanziere e sceneggiatore premio Oscar nel 2014 per la sceneggiatura di The Imitation Game, debutta nella regia di questo ricercato thriller, elegante come gli abiti creati dal suo protagonista Leonard Burling (Mark Rylance) sarto di origini inglesi. 100 minuti al fulmicotone ambientati interamente nella calma apparente della bottega del tranquillo artigiano in un quartiere controllato dal capo della mafia irlandese, Roy Boyle (Simon Russel Beale).

Come i 228 passaggi necessari per realizzare un completo sartoriale, tanti e forse troppi colpi di scena prendono forma in un gioco di inganni e sotterfugi che vede Leonard coinvolto, suo malgrado, nelle losche attività della famiglia Boyle. Ciascun imprevisto nasconde una parte oscura, a volte imprevedibile, esasperata o paradossale, che denuda l’anima del protagonista. Così come ogni uomo, ogni vita ha come un “vestito cucito addosso” che tenta invano di coprire delle verità. Fino a quando il negozio si fa teatro di una questione più seria, che riguarda la giovane assistente Mable Shaul (Zoey Deutch) e l’arrivo del fidanzato, il focoso Richie (Dylan O’Brien), figlio del boss.

A questo punto il sarto deve superare in astuzia il pericoloso gruppo di mafiosi per sopravvivere a una notte fatidica durante la quale il figlio di Roy Boyle viene ucciso nella bottega con un colpo di pistola. La resa dei conti, però, non è solo un affare tra bande criminali ed FBI, allorché si vocifera della presenza di una talpa che starebbe diffondendo informazioni compromettenti ai federali. Infatti, il meticoloso Leonard impara sulla sua pelle a fare i conti con il metro della vita che nulla ha a che fare con il centimetro dei suoi capi d’autore. Come in una danza, siamo allo stesso tempo agenti e agìti dal destino che prima o poi ci mette difronte alla nostra imperfezione, mascherata ma non per questo irrivelabile. Nel caso di The Outfit non sono perfetti il protagonista, a dispetto della sua apparenza, la società, corrotta e violenta, e neanche il finale che racconta e spiega troppo di quel qualcosa che avremmo preferito restasse un segreto indicibile.