Guadagnino: per me l’horror è una visione metafisica
Il regista di Suspiria e Bones And All spiega la sua idea di genere al Pesaro Film Festival
“Per me il cinema horror esiste nello spazio in cui diventa una visione metafisica”. Così Luca Guadagnino ha parlato della sua idea di horror, nel corso del lungo incontro che si è tenuto al Pesaro Film Festival. Il regista di Suspiria e Bones And All, infatti, è stato ospite nell’ultimo giorno della 60° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, dove ha ricevuto il Premio Pesaro Nuovo Cinema 60. Per l’occasione ha partecipato alla presentazione della monografia a lui dedicata, Spettri del desiderio. Il cinema e i film di Luca Guadagnino (Marsilio), a cura di Simone Emiliani e Cecilia Ermini.
È stato un incontro ricco e pieno di temi. Interpellato sulla sua idea di horror, Guadagnino ha risposto così: “A me non interessa fare un certo genere di cinema horror, inteso come codificazione realizzata con una determinata ricetta di elementi. Oggi i film dell’orrore sono soprattutto l’applicazione di una formula. Ciò che invece il cinema horror che amo mi ha insegnato è una riflessione devastante e profonda sul reale che descrive, è un’analisi sulla scomposizione dei corpi: è quello che ho cercato di realizzare con Suspiria e Bones And All”.
E ancora: “Per me il cinema horror esiste nello spazio in cui diventa una visione metafisica. Per esempio La notte dei morti viventi di George A. Romero, uno dei miei film preferiti, che però non è un horror. Allora i due opposti che si toccano e sono simili sono Bergman e Romero: il primo si pone in una posizione filosofica esplicita, il secondo con grande umiltà sonda delle profondità inesplorabili”.
Il regista ha parlato dei suoi prossimi progetti: il nuovo film Queer tratto da William S. Burroughs è praticamente pronto e in fase di mix (probabilmente sarà al Festival di Venezia, ndr). “È un film che volevo fare da tantissimi anni, è il mio film più personale: ci sono scene di sesso esplicito e abbastanza scandalose”. Il prossimo 8 luglio partono le riprese di After The Hunt, presentato così: “Sarà un film con un cast magnifico (Julia Roberts, Andrew Garfield, Ayo Debiri, Cloe Sevigny, Michael Stuhlbarg), la protagonista è una donna, è un omaggio al cinema bergmaniano di Woody Allen, è una mise en abyme per tre”.
Un passaggio anche sulla differenza tra film di finzione e documentari, che Guadagnino respinge: “Non ho mai pensato a questa divisione così rigida: per me i film sono film, ogni titolo è un film della mia filmografia, non faccio distinzione tra film e documentari. Capisco che ci sono le sistematizzazioni critiche che devono essere gestite, ma penso che ogni lavoro che ho fatto abbia in sé il processo compositivo, creativo e di pensiero messo in atto quando si fa un lungometraggio. A me interessa come si rifrangono le verità e le finzioni in entrambe le categorie filmiche. Il cinema è un meccanismo strano: si mette continuamente in atto una faticosissima macchina che poi però deve scomparire”.