Acid
2023
Acid è un film del 2023, diretto da Just Philippot.
Dalla Francia arriva uno degli eco-vengeance più angoscianti degli ultimi tempi. Acid è un horror che pesca dalle paure più attuali e imminenti, l’inarrestabile cambiamento climatico mondiale, per costruire un film ansiogeno capace di unire distopia, terrore e linea drammatica in modo egregio. Presentato al Festival di Cannes e di Sitges, Acid sceglie – ahinoi – un periodo calzante per uscire in sala (dal 4 luglio 2024 con Notorius Pictures): l’estate, periodo in cui anche in Italia ci si abitua sempre più ad assistere a scroscianti piogge tropicali che aumentano notevolmente la suggestione nella visione. Il regista è Just Philippot, autore già noto per un altro film di genere che unisce i pericoli provocati da madre natura, a un intreccio drammatico familiare. Acid infatti non richiama in modo eclatante gli stilemi dell’horror – non ci sono particolari scene truculente – e del disaster movie – nessun super effetto speciale – bensì punta più di tutti sull’escalation della tensione, sul suscitare sentimenti di disagio interiore, unendo drammi personali alla sfera del fantastico. Come per Lo sciame, film d’esordio di Philippot in cui erano le locuste a minacciare l’incolumità dei protagonisti, anche Acid parla direttamente al pubblico di oggi, offrendo un’immedesimazione totalizzante che aumenta l’esperienza e rende il film molto efficace nell’evocare paure e disperazione.
Il titolo è esplicativo: la storia di Acid si svolge in un futuro prossimo in cui il pericolo delle piogge acide non è più minaccia, ma devastazione concreta. Il pianeta è afflitto da questo fenomeno atmosferico che mette in pericolo la popolazione, corrodendo abiti e pelle di chi si ritrova sotto l’acqua e contaminando fiumi, mari e ovviamente gli approvvigionamenti di acqua senza i quali la sopravvivenza degli esseri umani è spacciata. Dal Sud America è un attimo che le piogge acide si spostino in Francia, senza lasciare scampo a nulla. I protagonisti del film sono Elise (Lætitia Dosch) e Michel (Guillaume Canet), una coppia separata che si riunisce solo per tentare di mettere al sicuro la loro unica figlia, Selma (Patience Munchenbach) che male vive la situazione familiare. Nonostante i dissapori tra i tre, tutti devono tenere duro per sopravvivere in una situazione il cui controllo è sfuggito e nessun luogo è più sicuro.
Il corto circuito tra la distopia accesa dalla finzione e le immagini di devastazione di guerre e carestie che siamo abituati a vedere nelle cronache mondiali è potente. In fondo abbiamo vissuto la pandemia e per molti nulla è più scontato, grazie a questo Acid risulta forte. Intelligente è la messa in scena che punta a descrivere bene i legami emotivi tra i tre in campo e il pericolo di morte che li insegue, senza eccedere nella spettacolarizzazione della finzione. Basta il fumo che evapora dai terreni e qualche pezzo di pelle che si scioglie per descrivere al meglio l’orrore. La destabilizzazione proviene quindi dalla natura, non sembra lasciare via di scampo a niente e nessuno, ma ad essere corroso dall’interno è anche il nucleo famigliare protagonista della vicenda, già sfibrato. Come del resto anche il tessuto sociale, che brevemente in un incipit dallo sfondo di protesta di alcuni operai fa da quadro ad un mondo in cui vengono meno i diritti dei lavoratori: la divisione tra poveri e ricchi è sempre più netta. Acid punta su una fotografia plumbea e virata ai colori freddi; la regia è semplice come anche la sceneggiatura che alterna lunghi momenti di stasi a pochi picchi di suspense. Come il genere eco-horror o in generale distopico vuole, non c’è salvezza per quell’arco narrativo di finzione: possiamo però vivere l’esperienza e portare a casa lo sgomento per analizzare meglio la realtà che viviamo.