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Stefano Sollima – L’autore del “genere”

Autore:
Massimo Moscati
Editore:
Shatter Edizioni

Il nostro giudizio

Figlio d’arte e, come il padre Sergio, late bloomer del cinema italiano, Stefano Sollima è un regista dalla carriera eterogenea (alterna la televisione al grande schermo) e, per quanto relativamente breve, ricca di opere che hanno lasciato un segno profondo nella narrazione di genere contemporanea. Serie come Gomorra e Romanzo Criminale sono instant classics amatissimi dal grande pubblico, ACAB – All Cops Are Bastards è un esordio a gamba tesa grezzo ma incisivo mentre Adagio è una pellicola potente da tutti i punti di vista, con un’estetica pre apocalittica che coglie lo spirito dei tempi e lo rappresenta con una forza espressiva rara sulla scena nostrana. Per quanto Stefano Sollima sia un autore versatile e capace, per molti versi già padrone di una propria maturità, un libro sulla sua opera potrebbe risultare prematuro proprio perché, soprattutto per quanto riguarda i lungometraggi, la quantità delle sue opere è relativamente esigua ma in tal senso Shatter Edizioni, che alla materia si approccia sempre con un metodo estremamente pragmatico che scarta il rigore formale accademico in favore di soluzioni ad hoc costruite sul singolo caso, costruisce un testo che allarga il focus prendendosi lo spazio che può prendersi senza dar vita a un’opera eccessivamente prolissa per approfondire il contesto parlando, oltre che di Stefano Sollima, del padre e, più in generale, di una precisa visione del cinema di genere che porta all’opera dei due registi.

Il che non è solo una necessità pratica, Sollima è un regista marcatamente di genere in paese, il nostro, in cui il genere è parte del DNA cinematografico anche se per lo più a livello fossile, come il sangue nel ventre di una zanzara intrappolata nell’ambra. In Italia il cinema di genere è stato significativo per tanti anni per poi declinare fino a scomparire e il fatto che un regista torni con tanta forza a farne e a farlo con una competenza e qualità che gli permettono di giocarsela sulla scena internazionale è un ritorno alle origini dal sapore nocturniano oltre che interessante se inquadrato in un certo fermento che negli ultimi anni ribolle piano piano con titoli sempre più coraggiosi e ambiziosi che stanno costruendo una scena del cui futuro ancora non possiamo essere certi ma che può ben far sperare (da Gabriele Mainetti ai Manetti Bros, da Zampaglione al Celli di Mondocane). Il volume scritto da Massimo Moscati è certamente un volume su Stefano Sollima, ma anche un volume SUI Sollima e sul significato del lavoro del regista di Romanzo Criminale – La serie in senso più ampio, portatore di una visione non solo enciclopedica (per quanto informata e costruita sulla base solida di una filmografia completa) ma olistica, che va a fondo senza sovrainterpretare e aggiunge alla dimensione verticale quella orizzontale prendendo in considerazione le opere come inserite in un ecosistema ampio e interconnesso, senza impiegare la teoria come lente deformante per dare un senso alle opere ma stando letteralmente addosso alle stesse per ricavare le riflessioni dalla loro spremitura.