Broken Rage
2024
Broken Rage è un film del 2024, diretto da Takeshi Kitano.
Takeshi Kitano ritorna al Lido di Venezia fuori concorso, in grande stile col suo ultimo lavoro Broken Rage: un film in realtà diviso in due sezioni che però comunicano tra loro, in quanto la seconda ricalca le vicende della prima aggiungendovi elementi per arrivare alla conclusione. Kitano aveva già partecipato molte volte alla Mostra del cinema, che nel 1997 aveva vinto con Hana-Bi; l’ultimo lavoro portato al festival risaliva al 2015, Outrage Coda. Autore mitico e iconico, considerato uno dei più grandi cineasti viventi in patria in Giappone ma con una considerazione ampia in tutto il mondo, Takeshi Kitano a 77 anni riesce ancora a ricoprire ruoli fisicamente impegnativi considerando la sua età; evitiamo spoiler ma vedrete diverse prodezze fisiche del nostro all’interno della pellicola – soprattutto lo fa con una lucidità e una freschezza che sembrano inesauribili.
Nella prima parte troviamo il film più “serio”, dove l’iconico Beat Takeshi ricopre il ruolo di un pericoloso sicario che lavora su commissione all’inizio; in seguito assieme alla polizia per sgominare una temibile banda di yakuza e costruirsi una nuova identità. Nella seconda metà del film invece ecco un personaggio differente: è sempre il sicario visto poco prima, ma lui stesso e il suo mondo vengono stravolti e rivisitati in chiave comica fra trovate a volte beckettiane, con rimandi al teatro dell’assurdo, in altre ricordano le gag slapstick. Una vera e propria ventata di aria fresca, la durata è facilmente abbordabile per chiunque visto gira intorno ai 62 minuti. Il cast che ha scelto Kitano riesce ad amalgamarsi molto bene con la sua figura e a creare dei momenti a volte di pura azione, in altri casi totalmente deliranti.
La vicenda è ambientata a Tokyo, tra un locale dove il protagonista si reca sistematicamente per essere ingaggiato nelle sue missioni, attraverso delle buste misteriose che contengono solo la lettera M (e in questo caso Moriarty non c’entra nulla) e i locali circostanti dove operano gang , yakuza e criminali di varie risme. Vedere la stessa storia raccontata con due chiavi differenti è un esercizio stilistico e di genere molto interessante: Kitano riesce nell’impresa in modo eccellente regalando a chi lo guarda dei momenti d’azione ma soprattutto di divertimento. Le musiche sono affascinanti, soprattutto gli effetti sonori e i momenti di passaggio tra le varie scene. A volte ci sono collegamenti tanto improbabili quanto deliziosi: una chat che assomiglia ad un gruppo di WhatsUp appare in ben due momenti, i siparietti dove compaiono personaggi fuori dalla storia e del contesto. Questi compiono diligentemente il loro compito, arrivati in modo improvviso, poi spariscono dalla scena senza lasciare traccia nella scena ma restano indelebili. Da vedere assolutamente.