The Penitent
2024
The Penitent è un film 2023, diretto da Luca Barbareschi.
Il racconto di un processo mediatico e l’evoluzione interiore di uno psichiatra di fama inernazionale nel film di Luca Barbareschi tratto da un testo teatrale di David Mamet.
Un doloroso percorso interiore che attraversa tutto il film: si tratta del periodo buio che il protagonista, lo psichiatra di origini ebree Dr. Hirsch, si trova ad affrontare dopo che un suo paziente, a favore del quale il protagonista non ha voluto testimoniare, ha commesso una strage in una scuola uccidendo otto persone. Il Dottor Hirsch perde l’occasione fondamentale per giustificare con la difesa le motivazioni possibili alla base dell’efferato gesto, cosa che avrebbe anche accresciuto la sua affidabilità come professionista in una situazione molto delicata. Carlos Hirsch, infatti, a causa di questa sua scelta di principio, mette a dura prova la sua quotidianità, rischiando di far naufragare la relazione con la moglie e la sua consolidata carriera.
Luca Barbareschi non è il primo regista a riportare sul grande schermo un testo di David Mamet, e lo fa senza il timore della restituzione, anzi dobbiamo dire che espande l’universo del grande drammaturgo statunitense restando fedele alla tempistica e alle modalità tipche del teatro così come da lui inteso. The Penitent tiene conto della traccia teatrale ma va da sé che trova linfa anche in quella cinematografica (la stupenda fotografia di NY, per esempio), scandito da precisione cronologica e dal ritorno cadenzato alla strage attraverso dei flashback per poi rispondere alla domanda fatale: possono i media distruggere una persona? Se nella prima parte del film lo spettatore in quanto tale può solo assistere a tutte le discussioni e motivazioni che pian piano vengono esternate per far comprendere la posizione del protagonista e allo stesso tempo creare suspense su quella che sarà la sua decisione, a visione inoltrata il pubblico non può far altro che accettare le motivazioni esposte da Carlos Hirsch, che le condivida o meno: essere se stessi e non subire è il principio su cui lo psichiatra fa leva.
The Penitent si rivela un vero e proprio racconto di formazione grazie alla sapienza e alla impopolarità, se vogliamo, di Barbareschi nel mettersi dalla parte del professionista irremovibile piuttosto che di quella di una società che in nome di nuovi valori vorrebbe giustificare il gesto di un folle.
Barbareschi/Hirsch non dà risposte universali ma esprime al pubblico, attraverso i riusciti dialoghi con il suo avvocato e amico Richard, la possibilità di capire che sottrarsi alle polemiche per comodità non sempre è utile. E la vita che va avanti oltre le mura di un tribunale, oltre uno studio psichiatrico, nella possibilità di ricollocamento e nell’abitudine alla integrità intellettuale, nella fragilità nascosta dall’aggressività (il paziente di Hirsch) e nella necessità dell’ onestà anche nei sentimenti (il rapporto con la moglie, che coglierà l’occasione di questa crisi per fare delle rivelazioni importanti sul loro passato), resta per il protagonista il valore da preservare, anche se il prezzo da pagare dovesse essere la fine della sua professione.