La Vittoria di Icaro, l’intrigante noir scientifico di Riccardo Prini
Nel techno thriller ambientato nel 2040 La Vittoria di Icaro di Riccardo Prini si racconta una storia avvincente in cui si intreccia fisica quantistica, etica scientifica, lotte per il potere e drammi famigliari; l’autore presenta un’opera ricca di colpi di scena e in cui si possono trovare anche degli interessanti rimandi alla mitologia. Già dal titolo del romanzo, infatti, troviamo citato il mito di Icaro, che viene usato come monito per le ambizioni sfrenate e i deliri di onnipotenza di chi utilizza la scienza e la tecnologia per superare limiti che dovrebbero essere invalicabili. Icaro osò volare troppo vicino al sole e per questo motivo le sue ali di piume incollate con la cera si distrussero a causa del calore: egli è l’esempio della genialità dell’essere umano – che può riuscire perfino a volare – ma allo stesso tempo è anche il simbolo della fragilità della natura umana, la quale non può mettersi alla pari della Natura, né può sfidare le sue leggi.
In questo libro vi è un’originale elaborazione di questo principio, inserita in una vicenda ad alto tasso di suspense in cui un gruppo di scienziati si trova in una base segreta a fronteggiare le conseguenze impensabili di un esperimento nato per cambiare il corso della storia umana. Il progetto Shadowlink, di proprietà della società Gemini, si appoggia alle nuove frontiere della fisica quantistica per creare dei sistemi di comunicazione che non presentino ritardi nelle trasmissioni tra pianeti posti ovunque nell’universo; l’esperimento sembra andare per il verso giusto, ma uno degli scienziati protagonisti dell’opera, Lorena, si rende conto di aver acquisito una facoltà che sembra essere una diretta conseguenza del progetto a cui sta lavorando. Lorena si ritrova improvvisamente ad avere delle capacità telepatiche; un giorno, infatti, riesce a leggere i pensieri del suo capo, Albert, l’altro protagonista del romanzo:
«Entrando nei pensieri di Albert in realtà aveva appreso soprattutto che egli aveva sempre portato con sé il peso del tradimento materno, una ferita invisibile che aveva plasmato la sua interazione con gli altri […] Aveva sviluppato un approccio utilitaristico nei confronti degli altri, vedendo le persone più come mezzi per raggiungere i suoi scopi, che come compagni di viaggio nella vita. Era diventato un maestro nell’arte di usare le persone senza mai permettere loro di vedere il vero lui, il bambino ferito che si nascondeva dietro una facciata di successo e sicurezza». A quali risultati potrebbe condurre questo effetto collaterale dell’esperimento? E soprattutto, gli influenti uomini dietro la Gemini, quanto altro potere potrebbero accumulare dominando questa facoltà potenzialmente pericolosa?
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