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Smile 2

2024
REGIA:
Parker Finn
CAST:
Naomi Scott (Skye Riley)
Rosemarie DeWitt (Elizabeth Riley)
Kyle Gallner (Joel)

Il nostro giudizio

Smile 2 è un film del 2024, diretto da Parker Finn.

A seguito del grande successo del predecessore, che a fronte di un investimento di circa 17 milioni di dollari ha incassato in tutto il mondo oltre i 200, oltre ad avere avuto un’ottima ricezione critica, era prevedibile come la pioggia in autunno che la Paramount mettesse in porto un seguito, dando ancora fiducia al regista e sceneggiatore Parker Finn, creatore della storia del parassita del sorriso sin dai tempi del cortometraggio Laura Hasn’t Slept. Fedele a se stesso, Finn prosegue, in perfetta continuità, con alcuni personaggi che si agganciano al primo capitolo, l’angosciante storia dell’originale essere che trascina chi contagia in un vortice di follia prima di spingerlo al suicidio, con un sorriso deforme sulla labbra, di fronte al prossimo ospite e, coerentemente con il lavoro fatto in Smile, lancia piccole briciole per spiegare cosa ci trovi di fronte ma lasciando tutto sommato il mistero sulla creatura ancora nella nebbia.
Sei giorni dopo i fatti raccontati nel primo film, il poliziotto Joel cerca di capitalizzare la fase di contagio della creatura entrata nel suo cervello intrufolandosi dentro un covo di spacciatori.

Un cliente dei pusher però sopravvive e trasmetterà il parassita a Skye Riley (Naomi Scott), popstar che sta programmando il ritorno sulle scene dopo una lunga interruzione dovuta a un incidente stradale in cui il ragazzo è deceduto, con conseguente crisi depressiva e fase di disintossicazione dalle droghe. Con la pressione per il nuovo tour da parte dell’etichetta musicale e della madre manager, i trascorsi nella dipendenza e i traumi del recente passato il parassita trova terreno fertile con cui condurre Riley nel solito vortice di follia. Curiosamente ambientato nel mondo della pop music, in sintonia quasi contemporanea con Trap di M. Night Shyamalan, Smile 2 ripropone il medesimo schema fatto di copiosi jump scare ricchi di fantasia, incubi e sequenze angoscianti, con protagonisti volti deformati dal sorriso, che aveva fatto il successo del primo, aggiungendo però dei sottotesti critici interessanti sul mondo attuale dello show business e sui meccanismi tritacarne del mondo della musica.

Pur soffrendo una struttura iniziale in cui gli spaventi punteggiano quasi puntualmente ogni singola sequenza, Smile 2 è un incubo disturbante costruito a regola d’arte, con una scrittura drammatica e drammaturgica efficace, supportata da una regia virtuosistica (l’apertura girata in piano sequenza è da applausi, ma moltissime delle visioni della protagonista sono dei veri pezzi di bravura) e da un cast assolutamente in parte, a cominciare dalla Scott che si trova tra le mani un personaggio complesso, sfaccettato e lo rende al meglio, caricandosi l’intero film sulle proprie spalle, per finire con Ray Nicholson, nel cui indimenticabile e già iconico ghigno malefico è possibile intravedere la stessa inquietudine che riusciva a trasmettere il padre in Shining. E se la chiave di lettura sul mondo dello spettacolo come inferno psicologico, il cui logorìo nelle menti delle giovani star è un prezzo da pagare per chi vi vuole sopravvivere, è ben presente, non è da dimenticare che lo scopo primario del film, cioè spaventare, confondere e inquietare, così come il parassita fa con le sue vittime, è assolutamente riuscito. Finale notevole che può aprire, letteralmente, a un mondo di soluzioni possibili per un eventuale, e assai probabile, nuovo sequel.