Featured Image

Amerikatsi

2024
Titolo Originale:
Amerikatsi
REGIA:
Michael Goorjian
CAST:
Michael Goorjian
Hovhannes Azoyan

Il nostro giudizio

Amerikatsi è un film del 2024, diretto da Michael Goorjian.

Michael Goorjian porta sullo schermo una storia che intreccia tragedia, ironia e malinconia: Amerikatsi esplora l’identità e la connessione umana attraverso lo sguardo di un uomo sospeso, letteralmente e simbolicamente, tra due mondi. Dopo aver vinto il premio come miglior lungometraggio narrativo al Woodstock Film Festival 2022 ed essere stato scelto come candidato ufficiale dell’Armenia agli Oscar 2024, il film arriverà nelle sale italiane il 16 gennaio distribuito da Cineclub Internazionale Distribuzione col supporto di Dna Srl. L’apertura è potente e simbolica: un bambino armeno si nasconde in un baule durante il genocidio del 1915, spiando l’orrore attraverso un piccolo foro. Questo dettaglio diventa una chiave di lettura centrale per il film: la violenza della storia non è il centro del racconto, ma una presenza costante, che incombe mentre la narrazione si concentra su ciò che sopravvive nonostante la distruzione. Anni dopo, quel bambino è cresciuto ed è diventato Charlie Bakhchinyan (interpretato dallo stesso Goorjian), un uomo ingenuo e ottimista che lascia gli Stati Uniti per tornare in Armenia negli anni ’40 alla ricerca delle sue radici. Ma il regime sovietico, sospettoso, lo arresta e lo imprigiona ingiustamente. In una cella spoglia, Charlie scopre una via di fuga emotiva: un piccolo foro sul muro, attraverso il quale osserva la vita quotidiana della famiglia di Tigran (Hovhannes Azoyan), una guardia carceraria appassionata di pittura. La finestra sulla vita degli altri non è solo un espediente narrativo, ma una potente metafora: anche nelle situazioni più opprimenti, la bellezza e la connessione umana trovano spazio.

Il richiamo a La finestra sul cortile di Hitchcock è chiaro, ma qui l’immobilità è anche culturale e identitaria: Charlie osserva un mondo che gli appartiene solo a metà, cercando di ritrovare ciò che la storia gli ha sottratto. Charlie, soprannominato dai carcerieri “Charlie Chaplin”, richiama volutamente il Vagabondo del cinema muto, affrontando un mondo crudele con un’ironia disarmante. I suoi tentativi di sincronizzare i pasti o imitare le abitudini della famiglia osservata alternano leggerezza e malinconia. Tuttavia, questi momenti, per quanto delicati, a tratti rallentano il ritmo narrativo e rischiano di diventare ripetitivi. Le influenze cinematografiche spaziano da Hitchcock e Chaplin a La vita è bella di Benigni, per il modo in cui il film combina la brutalità storica con una narrazione delicata e brillante. Tuttavia, mentre Benigni punta su un’emotività dirompente, Goorjian sceglie un minimalismo che, pur evitando eccessi retorici, sacrifica la profondità dei personaggi. Il rapporto tra Charlie e Tigran, pur centrale, rimane superficiale, sprecando il potenziale di un incontro tra due anime separate e vicine.

Un altro elemento critico è la rappresentazione caricaturale dei funzionari sovietici, dipinti come grottesche figure da commedia. Pur essendo volontaria, la decisione di ridicolizzare il potere sovietico, se da un lato alleggerisce il dramma storico, dall’altro rischia di semplificare eccessivamente il contesto politico, riducendo la profondità del contrasto tra tragedia e umorismo. Nonostante queste debolezze, Amerikatsi riesce a trasmettere un messaggio universale e toccante e non è un caso che questa storia sia dedicata al nonno del regista, sopravvissuto al genocidio armeno: è un’opera personale che intreccia memoria e riflessione storica. Nonostante le sue imperfezioni, il film si rivela una voce sincera e appassionata, capace di toccare corde profonde con una delicatezza rara. Con un maggiore approfondimento dello sviluppo narrativo e dei rapporti tra i personaggi, avrebbe potuto raggiungere un impatto ancora più incisivo. Rimane tuttavia un’opera preziosa e significativa, che invita a guardare oltre i muri della Storia per riscoprire ciò che unisce più che ciò che divide.