Year 10
2024
Year 10 è un film del 2024 scritto e diretto da Ben Goodger
Il contesto narrativo post apocalittico è certamente tra quelli che maggiormente si prestano per sviscerare argomenti quali l’istinto di sopravvivenza, la crudeltà degli uomini e la rottura con il passato. Come siamo giunti a questo punto? L’essere umano può davvero essere così feroce? Apprendiamo le risposte dalle opere che ci propongono tale concetto e in un mondo in cui le piogge acide e le catastrofi naturali sono temi sempre più ricorrenti, ne rimaniamo affascinati, interrogandoci su di esse. Year 10, debutto registico per Ben Goodger, espone nuovamente la classica formula dell’apocalisse distopica per raccontarci ancora una volta come un essere umano possa ritornare a uno stato primitivo di istinti animaleschi per aver salva la pelle. Sono passati 10 anni da un’apocalisse ambientale che ha causato il disfacimento della civiltà per come la conosciamo: l’acidità delle piogge ha reso impossibile l’agricoltura, il pianeta è regredito a uno stato di perenne inverno e la razza umana si trova ormai associata in piccoli gruppi il cui unico scopo è riuscire a veder sorgere il sole ancora una volta e sopravvivere a branchi di minacciosi cani che tempestano i boschi.
Facciamo la conoscenza, per così dire, di un uomo di cui ignoriamo il nome (Duncan Lacroix), di suo figlio (Toby Goodger) e di una ragazza ferita (Hannah Khalique Brown) che presumibilmente intrattiene un qualche tipo di relazione con il ragazzo. I tre vivono in una piccola capanna nella foresta e a seguito di un attacco da parte di un gruppo di cannibali che uccideranno il padre per poi cibarsene, il figlio dovrà uscire allo scoperto per recuperare alcuni medicinali trafugati e senza i quali la ragazza non può sopravvivere. I dettagli della catastrofe avvenuta dieci anni prima non sono mai chiariti e i pochi che si conoscono sono velatamente comprensibili grazie ad alcuni piccoli indizi che la regia di Goodger nasconde tra i cespugli (un pesce esanime in uno stagno, l’acqua che deve necessariamente essere depurata per essere bevuta…). Il mistero viene ulteriormente intensificato grazie al fatto che non vi è una singola linea di dialogo per l’intera durata del film e persino i nomi dei protagonisti vengono omessi, espediente che si traduce nella perdita dell’umanità, sia per quanto riguarda la parola che il nome, elemento che più di tutti simboleggia il nostro essere. Gli attori (specialmente Toby Goodger e Luke Massy, che interpreta lo spietato leader del gruppo rivale) si prestano bene al loro ruolo e lavorano sulle espressioni dei volti tesi per trasmettere la giusta dose di suspence, coadiuvata da un montaggio efficace che imprime ritmo alla narrazione. Tutto questo avrebbe davvero potuto garantire un buon esordio per l’autore, se non fosse per un soggetto di base decisamente banale e che, nel 2025, sa fin troppo di “già visto”.
L’ammontare di opere cinematografiche, letterarie e video ludiche che, ad oggi, hanno sfruttato il tema di un individuo alle prese con un gruppo antagonista e che contemporaneamente cerca di proteggere qualcuno a lui caro, ostacolato da un impedimento, il tutto inserito in un contesto post-apocalittico, risulta tanto elevato da necessitare di qualche variazione narrativa per assicurare l’effetto sorpresa-presa. Quella del protagonist di Yera 10 è una missione a cui noi spettatori ci siamo già approcciati, in cui abbiamo già conosciuto il genere di atrocità che l’essere umano può commettere e in cui sappiamo perfettamente cosa dovrebbe essere fatto per assicurare il ritorno a casa (o alla capanna), ma purtroppo il film di Goodger non è in grado di offrire spunti di riflessione che non siano già stati affrontati o svolte alle quali non siamo stati abituati. Rimane tuttavia un adeguato ritratto di una civiltà che ha perduto ciò che la rendeva umana, relegandola ai margini di una foresta fangosa i cui alberi spogli ci ricordano cosa c’era prima e che forse non sboccerà più.