Awake – Stagione 1 è una serie tv del 2012, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2012, ideata da Kyle Killen.

Bisogna volere bene a Killen. Quando nel 2010 Fox fece fuori dopo soli due (ottimi) episodi Lone Star, il giovane sceneggiatore propose a NBC un soggetto non dissimile da quello della serie appena cassata, solo più complicato e potenzialmente meno appetibile a livello commerciale. Nasce così Awake, storia del detective della omicidi Mike Britten (un gigantesco Jason Isaacs), la cui vita si sdoppia in due realtà perfettamente plausibili e tangibili dopo un incidente automobilistico. Nella realtà dalle tonalità calde, a sopravvivere con lui all’impatto è la moglie. Quando Britten si addormenta, fa il suo ingresso nell’altra vita, virata nello stesso verde del bracciale che porta per distinguere la sua doppia esistenza: qui il sopravvissuto è il figlio ed è sbagliato definirla realtà alternativa o sogno, visto che i due universi hanno pari dignità.

Nei 13 episodi della prima – e unica: ancora una volta Killen non ha avuto fortuna – stagione di Awake, Mike risolve un caso dopo l’altro con l’aiuto di inspiegabili indizi provenienti da ambo le vite, e conduce la sua doppia esistenza confuso ma appagato. Con il prosieguo della serie viene rivelato, in un crescendo drammaturgico dalla costruzione volutamente diluita, lenta ma costante (almeno fino allo scoppio finale), che le circostanze che hanno portato all’incidente nascondono qualcosa di losco.

Killen e il suo team (fra questi David Slade, regista dell’ottimo pilot di Awake e responsabile dell’alto standard estetico della serie) navigano in acque affascinanti e complesse, incastrando in maniera strutturata e coesa l’elemento oscuro dell’esplorazione della psiche e del tema del doppio in una cornice da procedural ibrido e atipico, splendidamente scritto e girato. E prontamente cancellato.