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Flight Risk

2025
Titolo Originale:
Flight Risk
REGIA:
Mel Gibson
CAST:
Mark Wahlberg: Daryl Booth
Michelle Dockery: Madelyn Harris
Topher Grace: Winston

Il nostro giudizio

Flight Risk è un film del 2025, co-prodotto e diretto da Mel Gibson.

“Mi sono fatto un Jackson Pollock nei pantaloni” è forse tra le battute più ridicolmente salienti del Daryl Booth di Mark Wahlberg (che di Mark Wahlberg ha ben poco) in Flight Risk, opera ultima di Mel Gibson appena atterrata su suolo italiano. Saliente, non perché si presti ad esempio di una sceneggiatura di raffinata fattura, bensì ai fini di una procedura di decostruzione divistica riguardo l’icona Mark Wahlberg, qui parzialmente calvo, fastidiosamente prolisso e caoticamente sadico. In prossimità dei gelidi valichi dell’Alaska meridionale, l’agente Madelyn Harris (Michelle Dockery) è incaricata di scortare un testimone chiave ai fini di un importante processo di mafia verso la città di Anchorage, dove tale Winston (Topher Grace) sarà posto sotto protezione governativa in attesa del procedimento giudiziario. Mentre i due stanno sorvolando la catena montuosa di cui sopra, ove Winston si era precedentemente rifugiato, per mezzo di un fatiscente velivolo altresì definito “aquilone con le cinture di sicurezza”, il pilota incaricato di accompagnarli si rivela essere un sicario al servizio dell’imputato boss malavitoso, inviato per sincerarsi che Winston non abbia più le facoltà di parola che altrimenti gli consentirebbero di testimoniare contro il suo ex “dirigente”.

A quasi un decennio di distanza dall’ultimo progetto dietro la macchina da presa, Mel Gibson si cimenta con uno script – inserito nella black list del 2020 – dettato all’intrattenimento tanto dello spettatore quanto del perverso personaggio di Wahlberg, presentatosi come Daryl Booth ma del quale, di fatto, non si conosce il nome di battesimo. Intrattenimento, tuttavia, che non viene mai pienamente raggiunto, complice una certa ripetitività dei concetti esposti a cui segue un ritmo indeciso già a partire dall’atto d’esordio. La regia di Mel Gibson appare confusa e le sporadiche scene d’azione, seppur dotate di una discreta dose di tensione, deficitano della dovuta leggibilità. Ciò si coadiuva alla maldestra penna dello sceneggiatore Jared Rosenberg, la quale non consegue risultati soddisfacenti riguardo i dialoghi dei nostri, che risultano infine mediocre modello di un’opera che aspira a prendersi molto più sul serio di quello che dovrebbe. Il tutto risulta infine condensato nelle mani dei tre protagonisti che, ciò nonostante, ben poco dimostrano di offrire eccetto volti irritantemente argillosi e saltuarie fasi di accettabile performance. Quella di Mark Wahlberg risulta così la prova, forse, più efficace, sebbene la si potrebbe facilmente ritenere più convincente se appartenesse ad un opera quale Airplane!

Se non si può assolutamente astenersi dallo stigmatizzare i limiti di cui sopra, una lancia si può spezzare, invece, a favore della parsimoniosa linearità del soggetto, che permette in questo modo di scongiurare ulteriori danni al girato (fattore ulteriormente favorito dalla sua modesta durata di 91 minuti). Quasi interamente ambientato nella sola cabina di pilotaggio e manovrato dai tre singoli interpreti, eccezion fatta per pochi altri personaggi dei quali non si conoscerà che la voce, il film ci si presenta infine come di modesta fabbricazione, costruito su di una sceneggiatura tutt’altro che solida ma, quantomeno, ingegnosa nel saper sottrarsi ad inutili arzigogoli narrativi che ne minerebbero addizionalmente i meriti. In conclusione, si potrebbe coerentemente affermare che la sensazione a seguito della visione di Flight Risk sia quella di un’opera proposta come facile e dichiarato intrattenimento, ma che a fatica si sia librata in cielo e ancor più rovinosamente sia giunta a destinazione.