The Following – Stagione 1
2013
The Following – Stagione 1 è una serie tv del 2013, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2013, ideata da Kevin Williamson.
Kevin Bacon è un poliziotto alcolista e malato di cuore sulle tracce di un pericolosissimo assassino letterato fuggito di prigione e che sul Web ha un schiera di seguaci pronti a imitare le sue gesta.
Kevin & Kevin. Sono i due punti di forza di The Following, partito a fine gennaio sull’americana Fox e trasmesso anche da noi, a brevissima distanza, da Premium Crime e Sky Uno. Il primo Kevin di cognome fa Bacon e non ha bisogno di troppe presentazioni. In The Following interpreta Ryan Hardy, ex detective Fbi sul confine sottile che divide l’archetipo dallo stereotipo: nove anni fa ha acciuffato un diabolico e machiavellico serial killer di nome Joe Carroll, inciampando anche in una love story con la moglie dell’assassino, a costo di rovinarsi salute e carriera rincorrendo quell’ossessione. Oggi torna in attività, richiamato dai vertici del Bureau, perché Carroll non solo è riuscito a fuggire da un carcere di massima sicurezza, non solo ha ricominciato a uccidere, ma si è anche costruito, attraverso il Web, una rete di seguaci disposti a tutto pur di compiacerlo ed emularlo. Ryan, che soffre di problemi di cuore e ciononostante è segretamente un alcolista, indossa di nuovo il distintivo e si lancia in una caccia ramificata e infida.
L’altro Kevin è Williamson, lo sceneggiatore di Scream, l’autore di Dawson’s Creek e di The Vampire Diaries. Che sembrano copioni diversissimi e distanti (citazionismi horror, adolescenti logorroici, vampiri modaioli), ma si ritrovano uniti da un filo di ironica autoreferenzialità, una componente metatestuale che, infatti, non manca nemmeno in The Following. Perché il perfido omicida seriale, interpretato da un James Purefoy che ricalca Hannibal Lecter, è un raffinatissimo professore di letteratura inglese, si crede l’erede di Edgar Allan Poe, uccide ispirandosi alle storie del maestro del terrore, sostiene che i suoi sanguinosi assassinii siano una forma d’arte e pretende di dirigere pedine umane come se fosse un onnipotente scrittore (o, se vogliamo, un regista, o, perché no, un autore televisivo). La metafora è evidente, e viene esplicitata da Carroll/Purefoy a Hardy/Bacon al termine dell’episodio pilota, tracciando anche la sottile equivalenza tra il binomio criminale/investigatore e quello serie/pubblico.
The Following è stato venduto come un thriller, ma in realtà assomiglia di più a uno slasher: chi cercava fini indagini psicologiche nella psiche di un assassino e del suo inseguitore si sta già allontanando deluso (e infatti gli ascolti, partiti con il botto, sono in calo), chi ama salti sulla sedia ed efferatezze varie potrebbe anche divertirsi, a patto di non prendere il tutto troppo sul serio. Perché Williamson non va tanto per il sottile, taglia i personaggi con l’accetta, accumula situazioni, per lo più macchiate di sangue. E l’altro Kevin, Bacon, combatte le sfighe del suo personaggio con una buona prova d’attore.