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The Protector 2

2013
Titolo Originale:
Tom yum goong 2
REGIA:
Prachya Pinkaew
CAST:
Tony Jaa (Kham)
Petchtai Wongkamlao (Sergeant Mark)
Marrese Crump (Ping-ping)

Il nostro giudizio

The Protector 2 è un film del 2013, diretto da Prachya Pinkaew.

In attesa di The Raid 2, che promette virtuosissimi combattimenti come raramente s’è visto al cinema, gli amanti dell’action asiatico possono godere di un altro sequel che ha fatto di calci e pugni un’estetica che risuona nelle ossa fracassate, The Protector 2. Diretto da sua maestà Prachya Pinkaew, il film vede il ritorno di Tony Jaa nelle vesti del campagnolo sfigato a cui rubano l’amatissimo elefantino. Per poterlo riavere indietro, il nostro eroe dovrà lottare contro bande di motociclisti punk e terroristi grossi come bestie da zoo.

Dieci minuti di mera introduzione e sono subito botte come se non ci fosse un domani, con Jaa che si conferma il miglior stuntman della storia dopo Jackie Chan e Buster Keaton: i suoi calci volanti hanno la stessa elegante brutalità di Donnie Yen, e possiede una fisicità così elastica che potrebbe tranquillamente lavorare al circo cinese come contorsionista. Momento imperdibile la rissa coi motociclisti, con il nostro protagonista che si arrampica ovunque come se non ci fosse più gravità, mentre Pinkaew inquadra il tutto come il più gasato degli sboroni, consapevole di essere il miglior regista action dell’universo. Sono passati otto anni dal primo The Protector, e a fare da ciliegina sulla torta sono due new entry: da una parte il rapper RZA nel ruolo del super cattivone, e dall’altra, la combattente mignonne Jeeja Yanin, già vista ed amata in Chocolate.

Certo è che equivalere il film originale del 2005 è impresa praticamente impossibile, e basti ripensare ai quattro minuti di piano sequenza sulle scalinate con Tony Jaa che butta giù i nemici a suon di muay thai. Consapevole del fatto di non potersi superare, Pinkaew si gioca tutto sulla massimizzazione dell’azione, praticamente senza pausa se non brevissimi attimi di respiro. Dispiace che il personaggio interpretato dalla Yanin non abbia un particolare ruolo all’interno dell’intreccio, ma come ormai sappiamo, al regista thailandese non interessano le personalità, bensì la maestria pirotecnica, che qui fa esplodere in attacchi di spicciola CGI che rasentano il trash. Ma a vincere, ancora una volta, sono le distorsioni e le fratture.