Adolescenza perversa
Le differenze tra le varie versioni del film di José Bénazéraf
Tra gli autori più liberi e ambiziosi (al netto di budget spesso minimali) del panorama bis francese, José Bénazéraf è stato vittima di un vero e proprio accanimento da parte della censura d’oltralpe. Cantore su celluloide del binomio filmico (sesso e politica) forse più sgradito ai piani alti, Bénazéraf ha disseminato, film dopo film, una moltitudine di frammenti perduti e talvolta recuperati, chilometri di pellicola soppressi ma almeno in un caso letteralmente vendicati (con Anthologie des scènes interdites érotiques ou pornographiques, film di montaggio del 1975 in cui il regista ripropone quasi due ore di scene tagliate) che hanno dato luogo ad alcuni dei dilemmi filologici più ostici dell’intera filmografia di genere europea. Ci occuperemo di uno dei casi emblematici: la coproduzione italo-francese Adolescenza perversa (Adolescence pervertie), realizzata nel 1973 e approdata nelle sale l’anno seguente. Come segnalato da Christophe Bier nel suo dizionario, quando Adolescence pervertie apparve, nel maggio 1974, presso il Mercato del film del Festival di Cannes, la durata ammontava a circa due ore. Il film, in tale forma, appariva comprensivo di scene hard, le prime girate da Bénazéraf. Quest’ultimo disse in seguito: «Eravamo partiti per un soft, con stupende creature italiane. Nel frattempo conobbi una puttana magnifica che si prostituiva vicino a casa mia. La chiamo, lei arriva sul set e mi interpreta una scena d’amore con un tipo superdotato. Era magnifico!»(C. Bier, Dictionnaire des film français pornographiques et érotiques, pg. 8).
Il film, nelle copie oggi circolanti così come – probabilmente – nell’ormai scomparsa director’s cut vista a Cannes, narra i tormenti erotico-politici dell’insegnante Mireille (Femi Benussi). Con un divorzio alle spalle e un odio viscerale verso l’intero universo maschile, la donna si trasferisce a Perugia per dedicarsi all’insegnamento della matematica presso un liceo. La sua misandria non durerà a lungo: lo sguardo del bel tenebroso Alain (Harvé Half), suo studente politicamente schieratissimo (zona Lotta continua), si farà ben presto strada tra le sue più recondite fantasie. Lei farà di tutto per conquistarlo, dall’organizzazione di festini a base di musica e cultura (dove, a conti fatti, tutti si accoppiano tranne lei) a un’adesione pressoché totale alle sue idee politiche, con conseguenti richiami del preside. Riuscirà a coronare il suo sogno erotico, ma il suo amore, troppo ancorato agli stilemi “borghesi”, verrà rifiutato dal ragazzo. Mireille accetterà così di sottoporsi a una morbosa e umiliante iniziazione.
Non sappiamo quale versione del film varcò, nello stesso periodo della proiezione a Cannes, la soglia della revisione francese, ma ciò che quel 3 maggio 1974 venne effettivamente approvato si presentava notevolmente ridotto rispetto al director’s cut festivaliero: 2484 metri, ovvero poco meno di 91 minuti a 24fps. La critica francese dell’epoca attaccò il film, tra le varie cose, per una coquetterie moderniste presente, probabilmente, già nella versione-Cannes: quell’“aberrante doppiaggio” che, secondo il Positif e Le saison cinématographique, traduceva in francese soltanto i dialoghi principali, mantenendo tutto il resto in italiano. Si scrisse anche di come i momenti erotici apparissero già ampiamente censurati, in particolare tutta la parte finale in cui la controfigura di Femi Benussi è costretta a praticare sesso orale a tre ragazzi, scena in origine esplicitamente pornografica che non poco scalpore destò durante la proiezione al festival. Segnaliamo infine che L’écran, nel numero del dicembre 1974, pubblicò una breve recensione riportando come titolo Adolescence perverse. Non ci risultano però ulteriori fonti riportanti il titolo il questione.
Mentre il pubblico del Festival di Cannes accoglieva non senza un certo imbarazzo la fellatio non simulata della controfigura della Benussi, le sale italiane disponevano già da due mesi del permesso di ospitare la loro edizione di Adolescenza perversa (senza fellatio, come scopriremo più avanti). La pellicola venne infatti approvata dalla revisione nostrana in data 8 marzo 1974, con ovvio divieto ai minori di 18 anni. Con o senza tagli (che vi furono: sei scene per un totale di circa un minuto), il montaggio italiano risulta il più breve tra i tre “ufficiali” di cui si ha attualmente testimonianza: 2453 metri, ovvero 89 minuti a 24fps. Le recensioni dell’epoca (Il corriere della sera e Il giorno, entrambe datate 6 maggio 1974) concordano sulla mediocrità dell’opera ma non fanno cenno né a eventuali contenuti estremi né al bilinguismo che connota l’edizione francese. Il film bazzicò saltuariamente le sale italiane almeno fino al 1979 (tracce sono rinvenibili nell’archivio storico di L’unità e La stampa), non si sa in quale edizione. Dopo anni di invisibilità (almeno al di fuori dell’ambito collezionistico e cinetecario) il film è riemerso tramite un’emissione televisiva del canale satellitare francese Canal Plus. Tale versione, dalla durata di 87’36” a 25fps (dunque oltre 90′ a 24fps), corrisponde probabilmente con quanto approvato dalla censura francese nel maggio 1974. Il bilinguismo del doppiaggio è mantenuto e sono presenti tre sequenze comprensive di dettagli porno, per quanto (almeno in due casi) vistosamente incomplete. Del famigerato finale con Mireille alle prese coi tre giovani rimangono 20 secondi che si fermano a un passo dall’hard.
Per scoprire cosa si nasconde dietro i bruschi stacchi censori di quest’ultima copia, un contributo fondamentale ce lo fornisce la versione più lunga del citato Anthologie des scènes interdites érotiques ou pornographiques (107’14” a 25fps; non corrispondente, dunque, con quanto edito in dvd, di soli 71 minuti). All’interno dell’Anthologie sono infatti presenti 5 minuti e 48 secondi tagliati dall’edizione francese di Adolescenza perversa. A ben vedere, si tratta proprio di quelle tre scene alle quali si accennava sopra. I due momenti hard che si presupponevano incompleti nell’edizione satellitare appaiono qui in forma estesa e finalmente ci viene mostrato il segmento più estremo (qui esplicitamente pornografico) dello “scandaloso” finale. Ricongiungendo, idealmente, il film nella sua copia censurata con le sue scene tagliate, rimarremmo però lontani da quelle due ore di durata di cui ci parla Bier (e con lui lo stesso Bénazéraf, in un’intervista riportata sul Dictionnaire). Le parziali risposte su cosa potessero contenere quei circa venticinque minuti perduti ci giungono però da lidi insperati: una poco considerata (forse anche perché poco circolata) registrazione dall’emittente locale italiana Telenuovo, dalla durata di soli 73’16” a 25fps, unico – ad oggi – testimone in video dell’edizione italiana di Adolescenza perversa.
Pur considerando l’assenza (si presuppone per un errore di registrazione) dei primissimi minuti (quattro all’incirca) del film dalla copia in questione e tenendo conto dei tagli di censura ovviamente non reintegrati per il passaggio televisivo, tale emissione da Telenuovo rimane notevolmente più breve rispetto a quanto approvato dalla censura italiana. Eppure ci testimonia una copia che rispetto all’edizione francese – troppo esplicita, anche nella versione breve, per la censura italiana dell’epoca – qualcosa rimonta, molto (come prevedibile) toglie e (a sorpresa) molto aggiunge. Prima osservazione che sorge spontanea visionando la copia di Telenuovo: l’edizione italiana doppia tutti i dialoghi in italiano, perdendo il bilinguismo. Curiosamente, mentre certi dialoghi che nell’edizione francese erano mantenuti in italiano restano immutati nell’edizione italiana, altri presentano lievi differenze. Si prenda come esempio lo scambio di battute tra la Benussi e il collega sulla scalinata. Nell’edizione francese l’uomo le chiede: «Perché si interessa proprio a Trotsky?» mentre in quella italiana la domanda, posta con la medesima intonazione dal medesimo doppiatore, diventa: «Perché si interessa proprio a Lenin?».
Abbiamo poi le differenze a livello di montaggio. Si prenda l’inizio e la fine dell’edizione Telenuovo. La sequenza iniziale sul treno inverte le due scene che la compongono e perde qualche secondo. Poi, subito dopo, i titoli di testa scorrono non più sugli splendidi archi della opening-track (di Franco Micalizzi) dell’edizione francese, bensì su un brano ben più blando e convenzionale. Ancora più sorprendente la sequenza finale, in cui abbiamo ben due casi di girato alternativo. Nell’inquadratura di Alain insieme ai tre giovani, questi ultimi appaiono integralmente nudi nell’edizione francese, mentre la copia televisiva mostra in primo piano un oggetto non identificato (un divano in ombra?) che copre i ragazzi dalla vita in giù. Ancora più sorprendente il momento “iniziatico”: al posto dei venti secondi di sesso orale del prefinale dell’edizione francese, la copia italiana inserisce una bizzarra scena di montaggio che – sulle note dello stesso brano musicale dell’altra edizione – alterna momenti visti precedentemente (frammenti dell’orgia e della scena saffica) con inediti frammenti con Femi Benussi incatenata.
Per quanto riguarda i tagli del master Telenuovo rispetto all’edizione francese, questi colpiscono (con eccezione della prima scena a scuola, della lezione di matematica a circa metà film, del comizio e dei dialoghi rivoluzionari post-funerale, anch’essi abbreviati) essenzialmente le scene erotiche. Ulteriormente mutilate dai tagli della censura, queste risultano abbreviate in sei passaggi per un totale di circa tredici minuti. Ciò che rende realmente interessante questa edizione televisiva è però l’inclusione di ben tredici momenti assenti dall’edizione francese: o semplici estensioni di sequenze già mostrate nel master satellitare d’oltralpe (Alain alla lavagna, la festa in piscina, la prima scena con gli studenti a casa di Mireille, un’altra scena in classe, il dialogo nel corridoio tra Alain e la fidanzata, l’incipit della scena della festa con orgia, Mireille e la collega a Parigi, il funerale, il consiglio d’istituto) o intere scene da essa totalmente assenti (dialogo tra Mireille e un collega con quest’ultimo che la invita a un aperitivo, Mireille e i ragazzi che discutono di politica in un bar, Mireille che rimprovera il collega a cui aveva chiesto un libro, altra scena al bar con sfida a base di citazioni). Grazie a tale copia e al materiale dell’Anthologie l’alone di mistero che avvolge la prima fantomatica edizione di Adolescenza perversa si dirada leggermente anche se, dando per attendibili le due ore segnalate da Bier e dal regista, circa venti minuti di tale director’s cut rimangono ad oggi totalmente invisibili.