Gaspar Noé

Carne. Enter the Void. È così che Gaspar Noé apre e chiude (per ora) la sua carriera di cineasta erotico, con una relazione ossimorica tra due termini in qualche modo tra loro complementari: la carne, e quindi la materia compatta, dura e granulosa, e il vuoto, sfilacciato, evanescente come la luce, pieno di baluginanti fantasmagorie allucinatorie.

Dove il sesso vero intercetta l’estremo

Quello che di fatto doveva essere il tema portante di questo capitolo, ovvero l’innesto della violenza o dell’orrore nell’ambito del cinema con sesso non simulato, si è quasi subito arenato di fronte a due elementi incontrovertibili: in primis, la genericità del tema rischiava di trasformare il tutto in una sorta di asettica lista della spesa di film scandita da “pompino al minuto 22, decapitazione al minuto 33, ammucchiata finale”; in secundis, la considerazione che sul tema la triade Despéntes, Noé e Von Trier ha già detto e mostrato tutto, o quasi.

Bruno Dumont

Se esiste un regista che oggigiorno persegue con violenta coerenza e maligna insistenza uno studio del «brutto» per immagini, questi è senza dubbio il francese Bruno Dumont, eremita del Nord dell’Esagono, ex-professore di filosofia e singolare esteta di tutto ciò che è laido, repulsivo, non-bello.

Maschio, Femmina, Fiore, Frutto

Il clamore suscitato da Lo sconosciuto del lago (2013) di Alain Guiraudie, alla 66ª edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto la Queer Palm e il premio per la regia, ci serve per fare il punto sulla cinematografia gay che a partire dagli anni 70 ha guadagnato sempre più spessore, alternando e giocando su doppi binari.

Nymphomaniac

“La vita di una ninfomane dalla nascita fino a cinquant’anni”: il nuovo film di Lars von Trier è sia questo che altro. Nymphomaniac mantiene le promesse ma sbalestra anche le attese degli spettatori impreparati e potrebbe sembrare ingannevole per tutti quelli che speravano di trovarsi di fronte a una saga pornografica o anche erotica.

Il senso di Von Trier per il porno

Non si può introdurre Lars von Trier in maniera accademica. Non in Nocturno. Non in un dossier che si intitola Fallo davvero e tratta del sesso esplicito nei film normali – che quindi diventerebbero anormali per la virtù transitiva della rappresentazione del sesso senza censura, senza limiti, senza reticenza, che la maggior parte della gente (interrogate e vedrete) considera pratica fuori dalla norma, aberrante e degna di coercizione.

Antichrist

Sulle note di un Lascia ch’io pianga di struggente bellezza, le immagini al ralenti, in bianco e nero, mostrano una coppia avvinta in un amplesso, mentre in un’altra stanza un bimbo esce dalla culla, s’arrampica sulla sedia accanto al tavolo, quindi sul tavolo accanto alla finestra, si sporge e precipita giù sul marciapiede, in mezzo alla neve, non prima d’aver rovesciato sul pavimento tre statuette: Pain, Grief e Despair, presagio di ciò che attende i protagonisti e lo spettatore attonito.

La nuova carne il nuovo sesso

È una storia lunga, affascinante e curiosa, quella dei registi, dei produttori, degli sceneggiatori e dei creativi vari che hanno tentato di mettere in scena una sessualità esplicita sugli schermi.