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Crimson Peak, il gotico secondo Guillermo del Toro
Strana storia, quella di Guillermo del Toro. Anzi, strane storie. Così strane, lunari e visionarie da scontrarsi spesse volte con le macchinazioni di un sistema produttivo che non ne comprende la genialità. La carriera dell’eccentrico regista messicano è infatti costellata da progetti incompiuti o miseramente falliti (vedasi la saga de Lo Hobbit). Con Crimson Peak invece no: l’obiettivo è stato raggiunto, il film s’è fatto, anche a fronte di un parziale coinvolgimento economico del regista che, pur di non sottomettersi ai famigerati tagli degli studios, ha finanziato di tasca propria alcuni pezzi d’arredamento.
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Gaspar Noé
Carne. Enter the Void. È così che Gaspar Noé apre e chiude (per ora) la sua carriera di cineasta erotico, con una relazione ossimorica tra due termini in qualche modo tra loro complementari: la carne, e quindi la materia compatta, dura e granulosa, e il vuoto, sfilacciato, evanescente come la luce, pieno di baluginanti fantasmagorie allucinatorie.
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Chucky la serie
È a un saggio dello psichiatra tedesco Ernst Jentsch, On the Psychology of the Uncanny, scritto nel 1906, che si deve la prima esaustiva trattazione del concetto di perturbante, o “sinistro”, come ha poi proposto lo psicologo dell’arte Francesco Orlando, ovvero quel“Das Unheimliche”, di gran lunga più poetico e imperscrutabile della traduzione italiana, illustrante una
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