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Il sistema Dario Argento
Alla fine degli anni Sessanta, il giallo all’italiana vagabondava in cerca di una nuova strada che desse vigore a un filone che ormai faticava a stare al passo con i tempi: Mario Bava prendeva in giro il genere con 5 bambole per la luna d’agosto, film che (a torto) il regista considerava il peggiore della sua carriera;
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Cavara, Bido, Pradeux, Bazzoni e Crispino
Uno degli autori che meglio ha saputo esprimere l’atmosfera del nuovo cinema argentiano è Paolo Cavara, regista ostracizzato dalla corte di Gualtiero Jacopetti (era tra gli autori di Mondo cane) e deciso a riprendersi la sua rivincita in altri campi.
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Miei cari assassini
C’è un momento di Reazione a catena dove tutto diventa un gioco di società, in cui assassini e vittime si scambiano i ruoli. Allora tutti sono colpevoli proprio perché nessuno è innocente. Non è innocente il conte Filippo Donati (Giovanni Nuvoletti), uxoricida che tenta di mascherare il suo crimine con un suicidio, né lo è
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Il thriller di Umberto Lenzi dopo Argento
Un regista che ha sempre dichiarato di ispirarsi alla cronaca per i suoi film gialli (e non) è Umberto Lenzi. Rispetto ai cineasti finora considerati, Lenzi rappresenta un caso a parte. Tra gli inventori del sexy thriller degli anni Sessanta, Lenzi si accosta al giallo anni Settanta con qualche perplessità, soprattutto a causa delle storie che gli vengono affidate.
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Intervista a Umberto Lenzi
Il primo film cannibalico che lei ha diretto, anche se può considerarsi un esperimento atipico rispetto ai canovacci sviluppati in seguito, risale al 1972 e si intitola Il paese del sesso selvaggio...
Per la verità, l’idea di fare questo film venne ai produttori Rossi e Assonitis e si ispirava a racconti di giungla e di riti tribali che erano stati suggeriti dalla scrittrice Emmanuelle Arsan.
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