Mania appartiene alla produzione polselliana più bizzarra ed esteticamente la più trasgressiva, cioè quella degli anni ‘70, che non a caso ha raccolto molti adepti e “stracultisti”. Le didascalie dei titoli di testa non lasciano dubbi in proposito: «Quando le ombre cupe della notte annullano la visione del mondo, allora dai misteriosi abissi del subcosciente si scatenano le forze incontrollate dell’inconscio e nessuno sa più quali siano i confini della realtà».
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