Diabolik e i cinecomics italiani
I fumetti italiani al cinema
La cinematografia del nuovo millennio ha visto proliferare il filone dei cinecomics oltreoceano, ultimo dei quali Venom, ma l’Italia, dal canto suo, nonostante possa vantare un patrimonio fumettistico come pochi altri al mondo, non è mai riuscita a dare grande continuità su grande e piccolo schermo ai suoi eroi di carta e inchiostro. Ci hanno provato in molti nel corso dei decenni e nel suo periodo d’oro, tra gli anni sessanta e ottanta, il cinema tricolore riuscì a realizzare Kriminal diretto da Umberto Lenzi nel 1966 e Il Marchio di Kriminal l’anno successivo, entrambi tratti dall’opera di Max Bunker, Sturmtruppen con Renato Pozzetto nel 1976 (dal fumetto di Bonvi), mentre a trasporre la Valentina di Crepax ci pensarono Baba Yaga, al cinema, nel 1973 e Valentina, in tv, nel 1989. Duccio Tessari ci provò addirittura con Tex e il signore degli abissi nel 1985, con protagonista Giuliano Gemma, in un momento in cui, ormai, il periodo magico del western era terminato. Tutti tentativi andati più o meno a vuoto, mentre andò un po’ meglio con le versioni animate, e qui arrivarono Lupo Alberto (1997-1998), Cocco Bill (2001), Corto Maltese (2002), Martin Mystère (2003) e Cattivik (2008). Totalmente da dimenticare il pessimo Dylan Dog – Il film prodotto negli Stati Uniti per la regia di Kevin Munroe nel 2011, che ancora tormenta gli appassionati dell’indagatore dell’incubo. Oggi però sembra che qualcosa stia cambiando, con le case produttrici che appaiono intenzionate a tornare a investire con decisione sui personaggi italiani. Lo si è visto di recente con La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi, che ha portato al cinema l’omonima opera di esordio di Zerocalcare, la notizia di un film su Corto Maltese diretto da Christophe Gans, che nel 2014 ha realizzato La bella e la bestia, e l’annuncio della serie tv di Dylan Dog e del film di Dampyr, che sembrano annunciare la nascita di un universo cinematico targato Bonelli. È invece notizia di pochi giorni fa la realizzazione nel 2019 di un film su Diabolik, prodotto da Rai Cinema e diretto dai Manetti Bros. Anche se Diabolik, al cinema e in tv, si è già fatto vedere in passato…
Era il 1968 quando Dino De Laurentiis acquisì i diritti cinematografici del personaggio creato nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Mario Bava sostituì il licenziato Tonino Cervi e ottenne il budget più alto della sua carriera, pari a 200 milioni di lire. Il film si ispira ad alcuni numeri della serie, quali Lotta disperata, L’ombra della notte e Sepolto vivo e per interpretare il re del terrore, il regista scelse John Philipp Law, affiancato dalla bellissima Marisa Mell, che sostituì Catherine Deneuve nel ruolo di Eva Kant. A completare il cast, l’eterno rivale Ginko aveva il volto di Michel Piccoli, mentre a vestire i panni del villain Ralph Valmont (personaggio non presente nel fumetto) venne scelto Adolfo Celi. La pellicola inizia con Diabolik che ruba dieci milioni di dollari sotto gli occhi dell’ispettore Ginko, che non sapendo più quale strategia adottare per catturare l’imprendibile avversario, accetta di allearsi con il boss mafioso Ralph Valmont per tendere una trappola al re del terrore… Bava, volendo rimanere fedele al fumetto, insistette per inserire molte scene di violenza, che però De Laurentiis volle ridurre per non incappare nella censura. Le scenografie degli interni, ricreati a Roma, sono ottime e raggiungono il loro picco massimo nella realizzazione della caverna di Diabolik, e gli effetti speciali, su cui mise le mani anche Carlo Rambaldi, sono decisamente buoni per l’epoca, con la giusta dose di violenza. Da segnalare, inoltre, la splendida colonna sonora a opera del maestro Ennio Morricone.
Il film non incassò quanto sperato e l’idea di un seguito venne presto accantonata. La fama di cult e di film pop, la pellicola l’ha acquisita nel corso degli anni, guadagnando molti appassionati (in ultimo Guillermo Del Toro, che l’ha inserito nella lista dei suoi cinecomics preferiti) e oggi si rivela essere una delle migliori trasposizioni cinematografiche per un fumetto europeo e di un passaggio da carta a pellicola che ha saputo sfruttare al meglio le avanguardie del medium cinematografico. Dopo il film di Bava, Diabolik raggiunse la televisione nel 1999, in una versione animata, mentre qualche anno fa era stata annunciata una serie per tv per Sky, poi mai realizzata. Ora il testimone passa ai Manetti Bros, reduci dal successo di Ammore e Malavita, che è valso loro il David Di Donatello e, in passato, registi del notevole L’Arrivo di Wang, oltre ad essere stati i produttori dell’ottimo The End? L’inferno fuori. I fans del re del terrore hanno fantasticato per cinquant’anni di rivedere finalmente Diabolik e Ginko fronteggiarsi sul grande schermo. L’attesa sta per finire, per cui preparatevi: Diabolik sta tornando.