Ha dell’incredibile il modo in cui una storia raccontata in più volumi possa cambiare profondamente da un episodio all’altro al punto da risultare simile, più che una singola narrazione in due parti, a due racconti ben distinti, sul filo dell’autoconclusivo e, per lo più, fruibili a sé. Spiazzante è in tal senso il lavoro di Isaak Friedl che, con il suo Aiuto! racconta una storia di vendetta durissima e tirata, una lotta fra un gruppo di cacciatori e gli animali di una foresta che, da un inseguimento che vede i ruoli ben chiari, diventa una battaglia sanguinosa e senza quartiere in cui le vittime abbondano da ambo le parti, un racconto rapido e tirato che pochissimo spazio riserva alle parole in favore di una scrittura che demanda quasi tutto all’azione, sciogliendo le briglie a una realizzazione grafica che punta tutto su un rito elevato e il contrasto stridente fra un segno cartoonesco, volutamente infantile, e i litri di emoglobina che scorrono sulla carta.

Con il secondo volume, Aiuto! Fratelli, la storia cambia profondamente. Pur conservando una carica di rabbia e violenza,  il focus si sposta su due protagonisti quasi del tutto nuovi, soltanto uno dei quali viene introdotto nel cliffhanger che chiude il libro precedente, inquadrando la storia nell’approfondimento delle motivazioni e delle scelte di due personaggi il cui background aggiunge non solo profondità, ma una valenza di riflessione del tutto diversa e certamente più sfumata alla narrazione, rallentandone al tempo stesso il ritmo. Rispetto al primo volume gli animali, sia i protagonisti sia le comparse, vengono spostati sullo sfondo e la vicenda, da corale, si concentra fino a diventare un duello.

Se da soli Aiuto! e Aiuto! Fratelli hanno un loro senso, la continuità è minima e non del tutto preclusiva alla comprensione della storia, è in questa svolta radicale all’interno della narrazione che si trova il vero valore aggiunto di due autori in grado di lavorare in maniera incisiva e versatile col medium fumetto.