Cani
Cani è un prodotto stranissimo, non riesco a capire se retro o semplicemente fuori dagli schemi. Ha qualcosa che ricorda certi volumi che si trovavano in libreria tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, sia nel concept che sta alla base del libro sia nel gusto, nell’atmosfera di alcune delle venti storie a fumetti lo compongono. Il tema, superfluo dirlo, sono i cani. L’approccio è come minimo eterogeneo. Dal fumetto umoristico alla storia intimista, l’unica costante è che i cani sono l’oggetto della narrazione, raccontati da una moltitudine di angolazioni che dà all’opera una grande varietà. La rosa degli autori è ovviamente varia, da veterani dell’underground italiano come Giuseppe Palumbo a nomi meno conosciuti.
Di conseguenza è difficile dare un giudizio sensato che consideri ogni singola storia in egual misura. Il livello è senza dubbio alto per quanto riguarda i disegni mentre lo spazio relativamente ristretto dato ai testi, per quanto non si potesse fare diversamente per esigenze di produzione, non permette a ogni singolo racconto di funzionare. La qualità del volume è quindi altalenante. Mediamente buona, mai pessima ma mai eccellente. Questo è nel bene e nel male un rischio che si corre sempre quando si crea un’antologia, ci sono racconti di punta e racconti che riescono meno bene.
Cani, nel suo insieme, è godibile, ma forse è meglio leggere un racconto per volta e non arrivare in fondo al volume in un’unica lettura, perché la mancanza di un senso forte di unità di fondo si sente e la frammentarietà dell’opera, se consumata in piccole dosi, si fa sentire meno.