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Eldorado

Autore:
Tobias Tycho Schalken
Editore:
Coconino Press

Il nostro giudizio

In un museo, un uomo osserva un quadro attentamente, lo studia come qualunque appassionato di arte che si rispetti farebbe. Il tassello che non torna è l’abbigliamento dell’uomo, perfetto per una battuta di caccia, fucile compreso, e corredato di uno zaino da survivalista. A una lettura più profonda tutto acquista senso, nella cover di Eldorado, il volume di Tobias Tycho Schalken pubblicato da Coconino: l’uomo è sopravvissuto all’apocalisse, vaga per un mondo ormai svuotato, e ha deciso di visitare un museo forse prima che la natura se lo riprenda una volta per tutte nello svolgersi di una storia fatta di ritmi dilatati e silenzi ad alta densità espressiva.

Questa è solo una delle sfaccettature del lavoro di un artista visivo poliedrico e camaleontico che declina le arti visive in molteplici modi anche molto diversi fra loro nel proprio seguire il filo rosso di una grande sintesi narrativa che lavora per sottrazione, raccontando il più possibile evitando parole superflue o una costruzione inutilmente complessa e articolata. Eldorado raccoglie short stories a fumetti e opere d’arte dell’autore, in un percorso curato da Ratigher. I fumetti di Schalke sono opere dirette, quasi carveriane, semplici al punto da risultare disarmanti, specie nella loro alternanza con illustrazioni dal gusto surreale che se in un primo momento disorientano il lettore a un esame più profondo gli restituiscono il senso, difficile da definire a parole ma non per questo impossibile da percepire, dell’artista le cui opere sono curate e raccolte in questa veste da un Ratigher che dimostra allo stesso tempo un rispetto e una confidenza nel maneggiare il materiale di Schalke che possono scaturire solo da una comprensione profonda della sua opera.

Il risultato è un libro senza dubbio anomalo, a tratti addirittura respingente per un lettore meno che curioso e tenace, il rischio è quello di non capire subito se ci si trova di fronte a un fumetto o a un catalogo, la risposta è “un po’ tutti e due”, e per questo rimanere perplessi su come fruire Eldorado. Forse perché un modo non c’è, il percorso lineare è sensato ma non è l’unico, può aver senso anche leggere prima tutte le storie a fumetti e solo in un secondo momento concentrarsi sulle singole opere d’arte passandole in rassegna o meditandole una per volta in frangenti diversi, in tal senso il volume si presta molto bene a una lettura frammentata, riflessiva, il cui i contenuti così vari  vengano lasciati sedimentare per poi magari essere rivisti nel loro insieme solo successivamente. Eldorado è un libro anomalo, una miscellanea realizzata da chi ancora crede che verso il destinatario l’arte ci debba andare fino a un certo punto e che, al tempo stesso, debba lasciarsi fruire solo al prezzo dello sforzo cosciente di interrogare l’opera, o meglio le opere, e di non cercare un’esperienza di lettura che si esaurisca nell’immediato.