Horizon vol. 1 – Rappresaglia
La cifra autentica della fantascienza è, sulla base di un rapporto forte con il presente, una marcata intenzione a indagare il reale costruendo l’elemento fantastico del proprio narrare su dinamiche concrete e calate in un contesto profondamente tangibile. La fantascienza non ha tanto la pretesa di anticipare il domani quanto, piuttosto, di analizzare e raccontare l’oggi, sia nelle sue declinazioni più strettamente scientifiche, sia nelle sue forme più orientate verso il politico e sociale.
Di quest’ultima branca della fantascienza possiamo considerare Horizon, il fumetto di Brandon Thomas e Juan Gedeon che esplora un tema politico ed economico attuale quanto scomodo adottando un punto di vista agli antipodi rispetto a quello usato dai media per trattare la questione, un angolo di ripresa letteralmente dal lato opposto. Nella fattispecie, la storia esplora le conseguenze delle politiche economiche ed ambientali del sistema liberista su scala globale dal punto di vista di una razza aliena che, dopo aver osservato gli esseri umani per anni, è decisa a impedir loro di lasciare il pianeta Terra temendone la presenza distruttiva in casa propria rovesciando, nel contempo, il ragionamento dei paesi industrializzati riguardo ai flussi migratori.
Il dispositivo narrativo scelto per trattare questioni tanto complesse è a sua volta un rovesciamento: Horizon è un high concept improntato all’azione con un twist da spy story, raccontato con un ritmo elevato e una scrittura rapida, nervosa e antidiscorsiva. In tal senso le matite di Gedeon fanno un buon lavoro nel rendere graficamente il dinamismo violento e febbrile della sceneggiatura, con un tratto graffiato più improntato al movimento che al dettaglio. Godibile e intelligente.