Joe Kelly era uno di quegli autori che si sarebbero potuti definire come un bravo mestierante, forse qualcosa di più. Certo, lavorava nelle major, mica l’ultimo degli stronzi, ha avuto in mano le redini narrative di personaggi come gli X-Men, tuttavia gli mancava l’opera, per così dire, della vita, quel lavoro davvero notevole che ti attesta quale autore di spessore, quel fumetto che si associa automaticamente a un autore quando si parla di lui. Tutto questo fino a I Kill Giants.

Realizzato per quella fucina di talenti indipendenti e creativamente liberi che è Image, l’opera realizzata in coppia con Ken Niimura, da poco diventata un film disponibile su Netflix, è esattamente quel genere di colpaccio. Kelly sfodera doti inaspettate, profondamente autoriali pur senza mai risultare pesante nel raccontare una storia che di leggero avrebbe ben poco. L’umanità tenera e dolorosa di una protagonista che si ritrova ad affrontare troppo presto drammi devastanti con le armi di una bambina in età scolare, la sua fantasia e poco altro, si muove sullo sfondo di una società che non tollera i diversi, condannandoli all’isolamento e alla derisione.

La narrazione scorre leggera, in aperto contrasto con una vicenda dura, di un realismo pessimista da far male, l’ironia e il ritmo della scrittura di Kelly filano via come una palla di fucile proiettando il lettore con grande efficacia in un mondo interiore tenero quanto straziante. Le matite di Niimura seguono a ruota, fresche e dinamiche, adatte a una vicenda che gioca costantemente sul confine sottile tra la realtà e un immaginario molto contemporaneo nel suo ipercinetismo esasperato. Toccante e godibile al tempo stesso.