Il Barone Rosso
Il Barone Rosso, di Pierre Veys e Carlos Puerta, è un’opera sui generis, che fino a un certo punto aderisce ai canoni del genere che racconta pur reinterpretandoli a uso e consumo dell’autore col fine di valorizzare al meglio qualcosa di livello molto alto, curato e brillante. Il genere di riferimento, tecnicamente, è l’ucronia, ovvero la narrativa con un’ambientazione storica in cui, però, gli eventi reali sono andati diversamente modificando la Storia, quella con la S maiuscola, in qualcosa di differente da come la conosciamo noi. In realtà, lo svolgersi degli eventi storici è secondario rispetto al focus principale del racconto, un romanzo di formazione con un lievissimo, per quanto significativo, innesto fantastico. Il risultato è spiazzante ma funziona a meraviglia.
Manfred Von Richtofen, il famigerato pilota che durante la Grande Guerra si è guadagnato il soprannome che dà il titolo al fumetto, Il Barone Rosso, è un predatore dotato di una forma rudimentale di telepatia che gli permette di leggere i pensieri altrui ma solo in presenza di emozioni violente quali la rabbia e la paura; un freak che utilizza la propria diversità senza scrupoli sul campo di battaglia diventando una macchina di morte letale e quasi invincibile. Lungi dall’inquadrarsi in quel termine abusato che è antieroe, Manfred è un villain, un sanguinario consapevole di ciò che è, un cacciatore che si trova a proprio agio nel contesto bellico e non ne fa mistero, impiegando le proprie superiori capacità per fare ciò che ama. Un protagonista tutto d’un pezzo nel proprio essere amorale, la cui crescita è nella direzione della consapevolezza ma mai in senso etico.
Manfred Von Richtofen si ama e si odia allo stesso tempo, lo si vorrebbe veder precipitare con l’aereo in fiamme ma non si riesce a non godere delle sue imprese. Se i testi dI Il Barone Rosso sono ottimi, la realizzazione grafica è semplicemente spettacolare. Carlos Puerta adotta uno stile pittorico il cui uso del colore gli permette di ottenere un realismo potente ed espressivo combinato in maniera estremamente efficace con un dinamismo controllato perfetto per le scene d’azione in una narrazione serrata ma mai cartoonesca, con un registro che non perde di eleganza nemmeno nei momenti di massima tensione. Il Barone Rosso è un gioiello da recuperare, fiore all’occhiello di un catalogo notevole come quello di Editoriale Cosmo.