Il crepuscolo degli idioti
La forza di certe opere di narrativa è legata all’incisività dell’analisi che riescono a mettere in campo. Il novel nella dicitura graphic novel viene talvolta a galla in maniera estremamente efficace grazie a letture centrate ed efficaci che dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’idiozia della categorizzazione del fumetto come qualcosa di diverso dalla letteratura. Perfettamente riuscito in tal senso è lavoro di Krassinsky con Il crepuscolo degli idioti, metafora potente e dissacrante della religione e delle relazioni pericolose che essa intrattiene con il potere rendendo tristemente pretestuoso qualsiasi tentativo di messaggio spirituale.
Il volume racconta la storia di un branco di scimmie le cui gerarchie, con le relative dinamiche di comando, sono sconvolte dall’arrivo di un loro simile inviato nello spazio per ragioni scientifiche dagli esseri umani, evento che genererà, schiacciando un occhio al fenomeno dei culti del cargo, un’isteria religiosa fomentata da esigenze estremamente concrete.
Il racconto degli animali antropomorfi, più che mai umani, mette spietatamente in scena la società e i meccanismi che la regolano sottolineandone gli aspetti più malati grazie a un segno grafico cartoonesco e nervoso al tempo stesso che, grazie a un ritmo sempre elevato, arriva al lettore diretto e scorrevole nonostante la tematica di fondo e le relative riflessioni non siano affatto leggere. Una metafora tanto semplice quanto intensa, un fumetto profondamente anarchico e sovversivo.