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Il nuovo mondo

Autore:
Ales Kot, Tradd Moore
Editore:
Saldpress

Il nostro giudizio

Ci sono elementi niente affatto nuovi, si potrebbe quasi dire cliché. Un guerra futura che ha devastato un vasto territorio. Un assetto politico distopico. La spettacolarizzazione della violenza come forma d’intrattenimento. Un amore proibito. Un a fuga disperata. Un inseguitore in arrestabile. Una nemesi dal passato. Un giovane delinquente sovversivo. Una protagonista che cambia nel profondo. Tutto già visto, prendendo ogni topos singolarmente. Ma stiamo parlando di fumetti, un territorio dove i singoli elementi trovano infinite combinazioni, e altrettante soluzioni per raccontare una storia. A voler essere precisi siamo in un mondo, Il nuovo mondo di Ales Kot e Tradd Moore, un fumetto che si esprime soprattutto a livello grafico. Il testo è ancillare, una narrazione conscia del proprio ruolo subordinato ma non per questo meno efficace nella sua funzionalità perfettamente efficace.

Il nuovo mondo racconta una fuga, un’avventura on the road che è anche un atto di sovversione nei confronti di un sistema che comanda con panem et circenses, trasformando il mantenimento dell’ordine pubblico in uno show cruento con protagonisti personaggi a metà fra tutori dell’ordine e gladiatori, che decidono la vita o la morte dei criminali che arrestano consultando un televoto. Una di queste superstar dell’ordine pubblico si innamora di un giovane attivista che sfida apertamente il sistema e, come da copione, l’unione fra i due apre una crepa nel sistema destinata a essere combattuta con la forza, posta in gioco il crollo dell’illusione che regge il sistema stesso. Niente di innovativo, ma narrativamente tutto molto pratico e, diciamocelo, non privo di una sua intensità.

Ai disegni, Tradd Moore si sbizzarrisce. Ricorda Moebius, ricorda la ligne claire dei cartonati francesi con la pulizia del suo tratto e quel gusto vagamente lisergico e a tratti barocco con cui caratterizza i personaggi, soprattutto nei costumi, e gli ambienti. Un segno grafico dinamico come la storia che illustra, liscio e curvilineo come un oggetto di design. Ne vien fuori un volume molto gradevole in prima lettura, che chiede di essere sfogliato più volte per poter dare il meglio con i suoi disegni dall’estetica vagamente anni ’70 che riservano una sorpresa ogni volta che l’occhio ci passa sopra.