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Kaya

Autore:
Wes Craig
Editore:
Edizioni BD

Il nostro giudizio

Kaya e il suo fratellino Jin sono gli ultimi superstiti della loro tribù, sterminata dai feroci Atriani. Kova, l’anziano saggio che ha cresciuto Kaya e l’ha dotata di un braccio magico che la trasforma in un temibile berserker nelle situazioni più disperate, le strappa una promessa in punto di morte: proteggerà il fratellino, all’apparenza inetto ma investito da un destino più grande di lui, e lo guiderà fino al luogo dove diventerà il Salvatore che rovescerà l’impero di Atria. Lungo il viaggio la strada dei due ragazzi incrocerà quella dei Cavalca-lucertole, tra cui il giovane Seth che pare nutrire sentimenti per Kaya, e con essa si intreccerà trasformandosi in un viaggio avventuroso.

Wes Craig, autore del celebre Deadly Class, torna sulla scena con un prodotto pubblicato per l’etichetta capofila delle case editrici indy americane, la storica Image Comics, con un fantasy magari non del tutto originale, ma vien da chiedersi cosa lo sia nell’epoca del post moderno, eppure estremamente godibile. Gli elementi ci sono tutti e sono bilanciati con perizia. I personaggi sono caratterizzati con grande funzionalità rispetto a interazioni collaudate che mandano efficacemente avanti la storia, come lo scontro fra Jin e Kaya, che non manca di sottolinearne costantemente l’inettitudine ma non manca mai di proteggerlo, o l’attrazione fra Kaya e Jin, classicamente costruita sui non detti. Anche il motore della trama gira su modelli di comprovata efficienza e, infatti, nell’insieme funziona bene. Abbiamo un nemico mortale da cui fuggire, una ricerca, alleati improbabili ma preziosi e un percorso che ben presto devia dalla rotta prestabilita, singoli ingranaggi narrativi che si incastrano bene e lavorano con efficacia nel contesto di un world building interessante, che trasmette quel senso di vastità selvaggia e pericolosa ricchi di possibilità e di peripezie pronte a svolgersi, quel genere di ambientazione ampia e carica di avventura potenziale ed esplorazioni da compiere.

Il vero tratto distintivo di Kaya vol. – I Cavalca-lucertole, un aspetto centrale essendo il fumetto un medium essenzialmente visivo, sono i disegni di Wes Craig che, combinati con un grande lavoro da parte del colorista Jason Wordie, danno corpo a un impasto che unisce David Rubin, Darwyn Cooke, Tim Sale in parte anche Jeff Smith. Il tratto è cartoonesco, arrotondato e ricco di quel dinamismo che meglio di altri elementi esprime l’influenza culturale dei manga sul fumetto occidentale. Wes Craig sembra assorbire le soluzioni estetiche degli autori citati, particolarmente indicati per una storia come la sua, declinandole in accordo con la propria sensibilità artistica. Il risultato è fresco, divertente e soddisfacente, rende il volume interessante da sfogliare e non sazia del tutto facendo venir voglia di leggerne ancora. I personaggi e sono accattivanti e le scene d’azione curate dal punto di vista della coreografia oltre che ben disegnate. Kaya è un fumetto indie gustoso e molto pop, un’opera d’intrattenimento efficace nella sua linearità.