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La cosa smarrita

Autore:
Shaun Tan
Editore:
Tunuè

Il nostro giudizio

Less is more, vecchio adagio trito e ritrito, sarà inflazionato ma ha ancora perfettamente senso. Non occorre farle complicate, le cose, è sufficiente farle bene, a modo, semplici ma centrate ed efficaci. Lo sa bene Shaun Tan che con il suo La cosa smarrita racconta una storia di una semplicità estrema , quasi banale, infantile a un occhio meno attento, lavorando alla grande con tutti gli elementi che stanno intorno alla trama in senso stretto. L’idea è di offrire al lettore un lavoro poetico e toccante, tutto incentrato sulle atmosfere stralunate, da fiaba moderna con ben più di una punta di gusto lisergico, specie nel segno grafico, che trovi la propria forza nell’atmosfera e nella capacità di toccare corde profonde nell’animo.

La solitudine come condizione esistenziale e la percezione del tempo sono solo alcuni degli spunti di riflessione che La cosa smarrita lascia fra le proprie pagine, pronti a essere colti, per una lettura che non si esaurisce una volta arrivati a fine volume. Il segno grafico che ricorda certi bellissimi libri per bambini, come quelli pubblicati da Orecchio Acerbo, invita a riprendere in mano il volume più e più volte, e ad approfittare della sua brevità per soffermarsi sui particolari, per cercare le molliche di pane che Shaun Tan ci lascia da inseguire.

Un volume che non riposa a lungo sulle mensole.