La memoria delle tartarughe marine
Si definisce character driven una storia basata sui personaggi, sulle relazioni e sul loro sviluppo. Ciò non significa assenza di trama ma, certamente, essa è al servizio di protagonisti caratterizzati con cura il cui cambiamento è il vero focus dell’opera e da cui parte la riflessione che sta alla base di essa. Simona Binni, in veste di autrice completa, fa esattamente questo con il suo La memoria delle tartarughe marine. Il lavoro di scrittura è presente e ha il suo peso, per certi versi più dei disegni, realizzati al servizio di una sceneggiatura che lavora molto sulle motivazioni forti di un protagonista fortemente convinto delle proprie posizioni, un personaggio granitico almeno in partenza, con un passato ingombrante che lo tiene ancorato alle proprie idee. Partendo da una scelta del genere, il lavoro di sviluppo, che lo porta a cambiare nel profondo, risulta importante e, a livello di esecuzione, bilanciato. L’arco del personaggio è credibile così come è credibile e appassiona il microcosmo entro il quale si muove. Graficamente, il volume sceglie la discrezione. Il tratto è semplice e pulito, con un registro realistico ma non iper dettagliato, lo storytelling si adatta a un ritmo lento, dolce, fluido e privo di strappi o tempi morti, e la colorazione si adatta ad atmosfere che prediligono la riflessione. Nel suo insieme, sia per l’estetica sia per la sceneggiatura, La memoria delle tartarughe marine è una graphic novel pronta a essere adattata per il grande schermo, grazie a tematiche e a una narrazione potenzialmente interessanti per il pubblico delle sale cinematografiche.