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Lovesick

Autore:
Luana Vecchio
Editore:
Edizioni BD

Il nostro giudizio

Se il web è lo specchio della società, il dark web rappresenta le correnti più oscure, feroci e istintuali della psiche umana. I sotterranei nascosti della rete nascondono le possibilità pubblicamente negate di realizzare i nostri desideri più inconfessabili. Un ambiente selvaggio in cui prosperano i predatori pronti a nutrirsi di chi si dà in pasto pur di vedere le proprie fantasie più profonde farsi carne. Predatori come Domino, che in diretta dal suo Lovesick Club umilia e annichilisce i suoi schiavi fino ad ammazzarli in diretta streaming, per la gioia di un pubblico disposto a pagare ogni prezzo, sia finanziario sia di sangue, pur di diventare la star della prossima diretta. Ma non si rimesta nel torbido senza che ne vengano fuori bestie feroci pronte ad azzannarti alla gola assumendo le forme più disparate, da una relazione tossica i cui confini non sono mai ben definiti fino a un commando di incel armati fino ai denti pronti a riversare la propria rabbia su Domino.

In tutto e per tutto, Lovesick ricorda quell’esperimento felice che fu la rivista Blue, che dai primi anni ’90 fino a tutti gli anni zero del ventunesimo secolo ha esplorato la cultura erotica, a fumetti ma non soltanto, pubblicando opere interessanti create da artisti di livello liberi di creare senza vincoli eccessivi. In particolar modo il tratto di Luana Vecchio ricorda le linee pulite con effetto gloss di Roberto Baldazzini, autore di Chiara Rosenberg e Casa HowHard. Le tavole di Lovesick fanno un potente effetto amarcord dando un’identità visiva insieme vintage e moderna a un’opera che, su Blue o su Selen, altra rivista del genere che all’epoca spopolava, avrebbe trovato una collocazione adeguata a un’opera che riscopre il potenziale sovversivo del sesso come mezzo per raccontare il contemporaneo in maniera intelligente. In tal senso i disegni lavorano in buona sinergia con testi che attingono al qui e ora in maniera fresca e attuale: Vecchio racconta la rete come luogo in cui il disagio della società contemporanea non ha solo attecchito ma ha trovato nuove forme per svilupparsi e prosperare costruendo sulle possibilità di diffusione enormemente amplificate del web nuovi ordigni sociali pronti a deflagrare con un’eco amplificata a livelli inquietanti.

Al portato politico di Lovesick si aggiunge la caratterizzazione di un personaggio che si fa via via più complessa con il progredire della trama intrappolando il lettore in un labirinto complesso in cui le relazioni sono un mostro mutante che si modifica di continuo rendendosi sfuggente alle categorizzazioni che lo vorrebbero controllare incasellandolo con paletti morali chiari e semplici. Ma questo forse fa ancora parte della rappresentazione della società nella misura in cui nessun essere umano è un mondo a parte e la vita relazionale è un prodotto del contesto sociale. Una complessità notevole quella messa in scena da Luana Vecchio che la gestisce con il ritmo febbrile di un thriller morboso che mostra le proprie sfaccettature un poco per volta, mano a mano che il lettore prosegue nella storia, aggiungendo strato dopo strato a una costruzione articolata che rivela molto più di quanto appare inizialmente.