Oudeis – Omnibus
In un forma di narrazione come il fumetto, che si propone di far lavorare in sinergia testo e immagine, un autore completo veramente bravo può raccontare in una maniera preclusa a un team creativo composto da sceneggiatore e disegnatore. Non per forza meglio o peggio ma il controllo, quando è nelle mani di una sola persona, permette una narrazione in presa diretta che collega la mano all’intenzione. Il risultato, nel caso di Carmine Di Giandomenico, è particolare.
Oudeis, lungi dall’essere una semplice reinterpretazione dell’antichità classica, ne prende alcuni elementi sviluppandoli versi una direzione inedita. L’opera è densa, monolitica, un blocco solido e di non facile lettura per quanto soddisfacente . Al lettore viene chiesto tanto ma non a livello di contenuti, il libro in sé non è cervellotico né troppo concettuale, ma un’avventura tanto lunga e variegata nei registri e nelle atmosfere è come un piatto carico di ingredienti e di sapore: riempie e soddisfa, ma bisogna avere lo stomaco predisposto.
Il percorso di Oudeis unisce un contesto che richiama il cyberpunk a un’atmosfera profondamente onirica, a tratti mistica, ricca di simboli e situazioni tutti da decodificare. Oudeis è per l’autore un’opera importante e si vede. Di Giandomenico non si tira indietro neanche per un momento dando, con il suo disegno, letteralmente tutto quello che ha. Il risultato è multiforme e multicolore, adatto all’ottovolante narrativo a cui il lettore viene sottoposto, con un tocco di indipendente italiano anni ’90 che rende lo stile dell’autore molto personale.