Per l’Impero
Bastien Vivès è un disegnatore ingannevole, uno di quegli artisti che non inquadri a una prima, superficiale occhiata. Pur non essendo ermetici, infatti, i lavori di Vivès richiedono che il lettore si prenda i propri tempi per apprezzarne il dinamismo e il senso della composizione che si nascondono dietro a un tratto all’apparenza abbozzato e frettoloso. Se, infatti, già in La Grande Odalisca l’autore impressiona con una capacità fuori dal comune di coreografare momenti action avvincenti quanto eleganti, con alcuni passaggi davvero di alto livello, codiuvato da Merwan, che firma i testi di Per l’Impero, Vivès dà il proprio meglio gestendo magistralmente cambi di ritmo e di registro sfruttando al meglio le potenzialità di tavole impostate in modo tradizionale, a dimostrazione che, con la giusta perizia, una gabbia di stampo classico ha ancora molto da dire in termini di regia.
Per l’Impero è un volume solido, in grado di offrire molto sia dal punto di vista della sceneggiatura che sul piano grafico. I protagonisti, un’unità d’elite dell’esercito di una civiltà fantastica molto simile all’impero romano, dovrà addentrarsi nei territori che stanno oltre gli estremi confini del mondo conosciuto al fine di dominarli e colonizzarli per conto dell’imperatore stesso, da cui prendono ordini diretti. Ben riuscita la narrazione del viaggio come perdita progressiva delle certezze e dei punti di riferimento da parte dei personaggi, le cui reazioni rispondono correttamente a una caratterizzazione chiara e ben delineata nella semplicità dovuta a una vicenda corale che, con il progredire della storia, assume toni prima inquietanti e, successivamente, disperatamente surreali. In definitiva, Per L’impero è una graphic novel di qualità, una proposta più che interessante che va ad arricchire un catalogo già molto forte come quello di Bao Publishing.