Prometheus – Fire and Stone
L’espansione dell’universo narrativo di Aliens ha portato a esplorare il mondo creato da Ridley Scott in entrambi i sensi sull’asse del tempo, spingendo i narratori dei diversi media al lavoro sul franchise a interrogarsi su quanto è avvenuto prima del primo film e, più un generale, sull’origine degli xenomorfi che da decenni terrorizzano schiere di lettori e di appassionati di cinema. Uno dei risultati è il volume Prometheus – Fire and Stone, di Paul Tobin e Juan Ferreyra. Il fumetto ha il doppio intento di arricchire il world building dell’universo Aliens, in quanto parte integrante di una narrazione trans mediale, e di raccontare una horror di ambientazione fantascientifica con marginali contaminazioni d’avventura.
L’intento riesce più o meno a metà. Vengono sicuramente aggiunti tasselli al mondo degli xenomorfi, se ne cominciano a conoscere le origini e vengono fornite informazioni importanti sulla natura stessa della realtà in cui i personaggi si muovono. Sotto quest’ottica, il volume è un prodotto interessante per i fan di Alien che, leggendolo, avranno modo di avere un quadro più ampio della situazione. Quel che non funziona pienamente è la narrazione in sé. Prometheus – Fire and Stone parte bene, il lettore si immerge subito nell’atmosfera ma successivamente la carne al fuoco cresce troppo.
La moltitudine di personaggi, le informazioni, le situazioni diventano troppe e tutto gira troppo veloce per una storia che, al contrario, dovrebbe reggersi su attese, atmosfere e un ritmo fatto di alternanza tra tempi dilatati risoluzioni rapide e brutali. Seppur migliorabile, il segno grafico è funzionale e non invadente, a servizio della storia. Un volume per i fans della saga che poco ha da dire ai lettori occasionali.