Samuel Stern n.1 – Il nuovo incubo
Mentre il colosso sofferente Bonelli è alla ricerca affannosa, e finora quasi mai fruttuosa, di modelli alternativi al proprio tradizionale modus operandi per fare fumetto popolare, altre realtà più giovani e dinamiche quegli stessi modelli li riprendono e dimostrano di trovarsi a proprio agio, senza grosse pretese ma con l’obiettivo, centrato, di intrattenere. Samuel Stern, personaggio che dà il titolo all’omonima testata ai nastri di partenza per Bugs Comics, è esattamente questo: un eroe à la Bonelli, protagonista di una serie horror che va per la sua strada senza nemmeno tentare di copiare Dylan Dog, optando felicemente per un mood tutto suo.
Certo, la costruzione dell’ambientazione è riconoscibile: il personaggio carismatico ma tormentato, il comprimario simpatico e tutta una serie di elementi che ha definito un canone ormai consolidato nel fumetto popolare. Niente di nuovo, ma funziona. Samuel Stern si fa piacere: è un buono, ci si empatizza con facilità ma ha un segreto che lo rende ambiguo e fa venir voglia di leggere i prossimi numeri per scoprirlo. Una formula consolidata ma ben eseguita e, in un’epoca in cui il modello di riferimento sembra mostrare la corda con un importante abbassamento della qualità media delle storie, scusate se è poco.
Graficamente, Samuel Stern soddisfa. Il livello di questo primo numero è buono: funzionale alla sceneggiatura e senza dubbio godibile. La caratterizzazione grafica dei personaggi è riconoscibile e gradevole pur senza spiccare, i protagonisti non sono iconici ma nemmeno anonimi. Per una casa editrice indipendente come Bugs Comics, Samuel Stern potrebbe rivelarsi un’operazione felice per crearsi un piccolo zoccolo duro di fan che ne seguano le iniziative e, perché no, l’inizio potenziale di un universo narrativo in espansione.