Shubbek Lubbek
Nell’Egitto moderno ognuno può realizzare i propri desideri… se può pagare abbastanza per comprarseli. Ce ne sono alla portata di tutte le tasche e, per questioni di sicurezza, il loro utilizzo è rigidamente regolamentato dal governo. I più economici sono venduti in lattina come un banale soft drink e, naturalmente, valgono quello che costano in termini di funzionamento. I più cari, che non tutti si possono permettere, sono venduti in bottiglie di lusso come un vino pregiato e se impiegati correttamente possono dare alla vita quella svolta che a lungo abbiamo cercato. Tuttavia nulla si crea e nulla si distrugge, quindi ogni desiderio causa uno spostamento di equilibri, una reazione con implicazioni proporzionali alla propria entità. A persone diverse corrispondono desideri diversi che, in comune, hanno le conseguenze profonde che implicano.
Shubbek Lubbek, di Deena Mohamed, possiede la forza di certi classici che resistono al tempo proprio perché le dinamiche che vanno a indagare sono trasversali e senza età, nonostante il suo fumetto sia ambientato in un Egitto contemporaneo precisamente contestualizzato, con una satira a più livelli che prende di mira certamente le problematiche del paese veicolando nel contempo un messaggio sociale ben chiaro e comprensibile per i lettori che vivono ogni giorno nella nostra società. Una società iniqua, in cui l’appartenenza a una classe sociale piuttosto che un’altra influisce molto più di quanto si vorrebbe ammettere, un sistema che ama pensarsi equo ma che sulle differenti possibilità economiche, e sullo status che esse comportano, basa i suoi meccanismi più importanti. Un fumetto contemporaneo Shubbek Lubbek, un’opera profondamente sul pezzo che tuttavia riesce, come le storie più antiche e immortali, a scavare nella cupidigia dell’uomo per vedere a quanto siamo disposti per ottenere ciò che desideriamo.
La fusione di un’insight così squisitamente senza tempo con una modernità ben radicata nel presente funziona molto bene perché se da una parte è facile riconoscere nel mondo raccontato quello che abbiamo intorno dall’altra è difficile non subire il fascino che profuma di antico che pervade tutta la storia. La contemporaneità nella sua migliore espressione è la cifra stilistica dell’opera sia a livello visivo che di scrittura. Deena Mohamed usa neri pieni che rendono solide le sue tavole dal tratto fumettoso e cartoonesco dall’espressività spesso sopra le righe e dal ritmo correttamente dosato, scorrevole ma non troppo tirato e senza tempi morti eccessivi. Shubbek Lubbek è in definitiva un volume godibile a più livelli, sia per chi cerca un fumetto che si lasci leggere, sia per chi ha voglia di misurarsi con un’opera di maggior spessore.