Something is Killing the Children
Archer’s Peak è la classica, sonnacchiosa cittadina della provincia americana alle prese con un problema: i bambini scompaiono. Pochi vengono ritrovati ancora in vita e alle storie che raccontano si fa fatica a credere, com’è normale che sia per racconti di mostri orribili e sanguinari. Le autorità brancolano nel buio fino a che non si manifesta qualcuno che a quelle storie ci crede eccome: Erica Slaughter, una misteriosa ragazza bionda con una padronanza sospetta nell’uso di pugnali, motoseghe e altre armi più o meno improprie.
Something is Killing the Children, scritto da James Tynion IV e disegnato dall’italiano Werther dell’Edera, è una rilettura di un classico della narrativa popolare contemporanea nel solco di una formula che si è rivelata un instant classic: Buffy L’Ammazzavampiri. Mutatis mutandis il canovaccio cambia di poco, abbiamo una ragazza giovane abile nel combattimento e una trama che parte nella più lineare semplicità per poi rivelare un world building più complesso in cui la protagonista, qui più che mai vige il detto nomen omen, vedrà messi in gioco il proprio metodo e i propri valori, il proprio essere una scheggia impazzita in una struttura più grande di lei che vede nella sua stessa presenza la contravvenzione a regole antiche per cui potrebbe essere necessaria, presto o tardi, una drastica azione correttiva. L’opera è in definitiva un horror d’azione che va dritto al punto con l’obiettivo, raggiunto, di intrattenere grazie a un ritmo elevato da page turner che ben si adatta a una storia costruita sul filo della tensione. A livello di scrittura l’opera è solida e la coppia di protagonisti segue una formula, la guerriera bella, misteriosa e cazzuta insieme al nerd con qualche problema di autostima, che funziona bene nel gioco di contrasti continui che ne viene fuori.
Il tratto di Dell’Edera è fresco, moderno e rende bene il dinamismo della narrazione riuscendo anche a caratterizzare una protagonista che, pur priva di grandi segni distintivi eccezion fatta per la bandana che la accomuna ai suoi alleati, risulta riconoscibile e mai noiosa, un invito per il lettore a immedesimarsi. Anche il design dei mostri è frutto di un lavoro tutt’altro che banale: sono brutti com’è giusto che lo siano, volutamente lontani da un concetto di armonia che li possa far apparire in qualche modo belli o affascinanti al lettore. L’effetto voluto è quello di creature aliene, villain repellenti che fanno della repulsione che causano uno dei propri tratti caratteristici. Something is Killing the Children è in definitiva un fumetto d’intrattenimento che, nel proprio modo di narrare guarda alle serie TV con un occhio forse non del tutto disinteressato nella propria fruibilità sempre molto alta e nel proprio invitare il lettore a seguire una trama che si dipana espandendosi senza mai complicarsi eccessivamente. Un prodotto volutamente semplice e godibile.