The Black Cat
Il vantaggio di realizzare l’adattamento di un classico è che, essendo la storia già parte dell’immaginario comune, l’autore si può concentrare sulla sperimentazione di soluzioni di storytelling, godendo così di una grande libertà creativa che gli permette di dar vita a una narrazione originale. Lo svantaggio di realizzare l’adattamento di un classico è che, essendo la storia già parte dell’immaginario comune, se l’autore non è in grado di trovare soluzioni interessanti di storytelling, l’opera sa di già visto e, non aggiungendo nulla a quanto già narrato, è fondamentalmente inutile. Nino Cammarata, nel suo The Black Cat, adattamento a fumetti del classico di Poe, sembra proprio volersi andare a cercare il freddo per il letto misurandosi con una storia vista e rivista, un caposaldo, sì, ma esplorato palmo a palmo da diversi autori nel corso degli anni.
La necessità di un buon lavoro sullo storytelling era, in questo caso, più pressante che mai. E Cammarata s’è buttato senza risparmiarsi, sperimentando con la struttura delle tavole, priva di una gabbia fissa e libera di adattarsi a un ritmo narrativo che viene serrato o dilatato in modo funzionale alla singola fase del racconto. Interessante anche il lavoro sul colore che, pur mantenendo un mood adatto alla storia, non resta uniforme ma varia nei diversi momenti della narrazione, con diversi effetti emotivi a seconda del momento.
Il tratto, soprattutto per quanto riguarda i volti maschili, potrebbe essere migliore, più controllato, e invece risulta di tanto in tanto più acerbo di tutti gli altri aspetti del disegno, dando un senso di mancata uniformità, quasi una nota stonata che, purtroppo, si fa fatica a ignorare e dà un po’ fastidio anche all’interno di un lavoro nel complesso più che buono. The Black Cat è comunque un bell’oggetto, si fa leggere e si torna a sfogliare sempre volentieri, un tributo interessante che rilegge un classico con una voce, quella di Cammarata, dotata di una suo timbro distintivo.