The Cull vol.1
Un gruppo di amici decide di girare un cortometraggio in quella che pare sarà la loro ultima estate insieme, prima che ognuno intraprenda il proprio percorso verso quella che la società definisce come vita adulta. Ognuno, a modo suo, è ferito, danneggiato, difettoso. Il gruppo si ritrova ad attraversare la soglia che porta verso un’altra dimensione, un mondo con regole proprie abitato da creature che sembrano imparare in breve tempo a comunicare nella nostra lingua. Questo è l’inizio di un’esperienza che cambierà nel profondo il gruppo di amici che si troverà proiettato in una dimensione aliena a fronteggiare minacce provenienti da altre realtà. Ma in tutto questo, il vero mostro di cui i protagonisti non sembrano in grado di liberarsi sono i loro demoni interiori, i loro problemi, ciò che li rode da dentro.
Candidato come miglior serie limitata agli Eisner Awards 2024, The Cull è sceneggiato da Kelly Thompson e illustrato dall’astro nascente Mattia De Iulis, talento nostrano che ha già avuto modo di farsi conoscere lavorando su diversi titoli Marvel.
La sua prestazione in The Cull è come minimo impressionante grazie a un uso del colore che conferisce alle sue tavole un realismo quasi fotografico, con una profondità dall’effetto profondamente immersivo che lavora in perfetta sinergia con un senso dell’inquadratura spettacolare, alcuni passaggi del fumetto sono cinematografici, parlano un linguaggio comune a quello del video e valorizzano allo stesso tempo il dinamismo delle scene d’azione e la necessaria espressività dei volti dei protagonisti della storia. Il fumetto non prescinde dal disegno e un disegnatore solido e capace come De Iulis moltiplica la capacità di raccontare, sia nel ritmo sia nell’approfondimento, di una sceneggiatura che con qualcuno di meno adeguato rischierebbe di soffrire una brevità che in una sceneggiatura che si appoggia al solo testo risulterebbe forse eccessiva.
Perché il testo di Kelly Thompson breve lo è, ma è altrettanto denso e in un arco narrativo composto da un numero esiguo di albi riesce a essere generoso offrendo al lettore personaggi con cui è facile empatizzare pur senza ricorrere a espedienti facili. I protagonisti di The Cull sono forse un pelino più sfigati della media, particolarmente disfunzionali ma nemmeno troppo, sono vittime delle loro stesse vite senza per forza portarsi sulle spalle il peso di drammi strazianti scritti alla ricerca della lacrima facile. Con questo gruppo di ragazzi si lega perché non sarebbe poi così strano conoscere qualcuno che non se la passa tanto diversamente e che, nel frullatore post moderno che è l’immaginario degli ultimi decenni, sogna una soluzione facile e rapida come quella che inizialmente sembra prospettarsi. Ma la vita non è una storia high concept e, come una muta di cani da caccia, i nostri fantasmi tornano a morderci le caviglie anche se corriamo tanto forte da sbucare in un’altra dimensione ed è questo l’aspetto più toccante di The Cull. Al mondo siamo soli, sofferenti e spaventati, non importa in quale mondo ci troviamo.