The Fuse vol.1 – Il turno russo
The Fuse vol.1 – Il turno russo, di Antony Johnston e Justin Greenwood, è l’espressione del fare fumetto indipendente stile Image Comics, libero dalle necessità commerciali più stringenti pur senza perdere di vista la fruibilità, un prodotto saldamente popolare, poco o nulla autoriale ma realizzato con la libertà creativa di chi non ha il fiato dell’ufficio vendite sul collo. La serie, tra l’altro, non è nemmeno questo inavvicinabile mostro di sperimentazione a briglia sciolta. Si tratta, in definitiva, di un poliziesco per molti versi molto classico ambientato in un contesto fantascientifico. The Fuse racconta di due poliziotti che indagano su una serie di omicidi collegati fra loro all’interno di una stazione orbitale, una città nello spazio popolata da mezzo milione di persone.
La commistione fra gli elementi dei due generi è, a dire il vero, fortemente sbilanciata verso il poliziesco di cui abbiamo, con qualche piccola rivisitazione, tutti gli elementi classici, a partire dal motore narrativo composto da una coppia di detective, una veterana scafata e una new entry giunta dalla Terra con un curriculum impeccabile, destinati a trovare la propria alchimia operativa nello scontro di due caratteri forti con differenti visioni delle cose.
L’elemento fantascientifico resta molto in sottotraccia, quasi assente, con un’esplorazione dell’ambientazione più orientata agli aspetti sociali che a quelli strettamente fisici, risultando poco determinante nell’economia generale della trama. Buono, invece, il lavoro sui personaggi, la cui caratterizzazione fa girare bene un meccanismo narrativo solido e dinamico, in cui anche le comparse hanno un ruolo funzionale. The Fuse vol.1 – Il turno russo gira bene. Scorrevole, godibile, senza tuttavia particolari picchi o momenti memorabili, nell’insieme un poliziesco convenzionale con leggera contaminazione di genere.