Warren Ellis è un autore dalla produzione qualitativamente altalenante ma con una creatività sempre forte e spregiudicata. I suoi lavori variano dall’avvincente al tirato via, ma sono sempre e comunque scritti con l’acceleratore premuto a tavoletta per quanto riguarda le idee, un high concept costante che ben si abbina a una scrittura matura e capace. Trees, realizzato in tandem con Jason Howard alle matite, è una delle produzioni felici di Ellis, un racconto corale di fantascienza in un mondo futuribile in cui, intorno a un evento catastrofico ancora da decifrare, il cui impatto ambientale su scala globale è incisivo e dagli sviluppi futuri potenzialmente devastanti, si svolgono le storie di una moltitudine di protagonisti diversi le cui vicende si sviluppano intorno agli strani, monolitici alberi che atterrano in diverse zone del pianeta piantandosi al suolo.

Gli alberi, a dire il vero, a livello narrativo si muovono a metà tra il Mc Guffin e il Deus ex machina, fungendo da motivazione alle azioni dei protagonisti e, al bisogno, sparigliando le carte manifestando la propria presenza con effetti imprevedibili. La miscela di Trees è ricca e completa per un fumetto che funziona bene su tutti i fronti: l’high concept cattura e invita il lettore a proseguire con la storia per scoprire cosa c’è dietro al mistero, i personaggi sono caratterizzati facendo girare a pieno regime la parte character driven di tutta la vicenda in un’ambientazione futuribile che, al netto degli aspetti più fantastici, è comunque frutto di un world building realistico e plausibile.

Buona la realizzazione grafica di Jason Howard che riesce ad alternare il dinamismo delle scene d’azione alle tavole imponenti e vertiginose in cui gli alberi compaiono nella loro maestosa grandezza. Unica pecca: il ritmo delle uscite non è propriamente fulmineo e, alla lunga, la cosa può stancare.