Happy Clown remake

Andrea Petrini ci illustra il progetto del suo nuovo film
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La strage di Aurora aveva fatto venire in mente a un filmmaker romagnolo, Andrea Petrini, I’idea di una macabra web serie con protagonista un ragazzo ossessionato dal Joker. Poi pero la realta ha superato la fantasia…

Premessa: bisogna evocare la strage di Aurora, quel fatto sanguinario avvenuto in Colorado nel 2012, in cui un tizio, tale James Holmes, entrò in un cinema dove proiettavano Il cavaliere oscuro — Il ritorno e aprì il fuoco sugli spettatori, ammazzando una dozzina di persone. Pare avesse i capelli tinti color arancio e che abbia detto, quando lo hanno preso, che pensava di essere il “Jocker”.

Andrea Petrini, forlivese, trasse ispirazione da questo evento per ideare una web serie dal titolo The Sad Story of a Happy Clown. Tema: un ragazzo imparanoiato dalla figura del Jocker e dall’escalation di crimini che avvengono nella sua citta, Forli, si mutila lace-
randosi le guance e comincia a entrare in una spirale cieca di violenza. Comincia, cioè, a uccidere “per pulire” le strade. Petrini girò tre episodi dichiarando modelli di riferimento “estremi” e piuttosto impegnativi, da A Serbian Film a Human Centipede. Senonché, una
web serie deve fare i conti con Youtube e Facebook, dove la censura (integralista cattolica), come ben sappiamo, è durissima. Ergo, se vuoi passare attraverso quei canali, devi adeguarti ai loro principi. Gli autori modificano, quindi, l’approccio al tema e lo ammorbidiscono.
Ma dopo tre puntate in costante crescita (nel senso che migliorano progressivamente: le potete trovare ancora su YT), The Sad Story of a
Happy Clown viene interrotta. Perché?

Un motivo esterno è intervenuto, la realta romanzesca ha drammaticamente fatto irruzione nella fiction: la truccatrice della serie, una ragazza di 19 anni, venne fatta oggetto di aggressione da parte di un ubriaco (che stava per passare a vie di fatto sessuali) mentre attendeva la troupe in un parcheggio pubblico. La faccenda era, in realtà, più stratificata: Petrini e compagni erano stati alluvionati di critiche da parte dei forlivesi che non accettavano I’idea che la loro cittadina venisse raffigurata come un Dark Place, popolata da tossici, e/o assassini e puttane. La nuova idea diventò, quindi, di riconvertire la serie web in un lungometraggio, dal titolo Happy Clown, la cui sinossi recita: “In una Forli grottesca, quasi surreale, affollata da “freaks” che rendono un’atmosfera cupa e misteriosa, ma al tempo stesso estremamente vitale e caratterizzata da un pulsante erotismo dove vita, sesso, mutilazioni e morte si alternano in un trascinante delirio, si compie la ‘Via Crucis’ di
un ragazzo alle prese con una sindrome da emulazione verso il Joker”.

Petrini realizzò il suo lungometraggio nel 2017 e lo distribuì da indipendente. Ben lieti di appoggiarlo, allora, mettendogli a disposizione uno spazio nel nostro shop, dove ancora potete trovarlo. Oggi il regista ci ricontatta, informandoci del progetto in corso di un remake di Happy Clown, del quale è stata ultimata la sceneggiatura, con riprese previste per il prossimo anno. E ci allega un piccolo “dossier”, in cui espone i dettagli dell’operazione:

“Happy clown segue Leonardo, un uomo costretto a lavorare come clown per feste di compleanno, insieme al suo amico Alessandro. La
sua vita prende una piega drammatica quando, insieme alla sua fidanzata Giulia, viene aggredito da una gang di giovani ben vestiti e
insospettabili. Da questo evento si scatena una serie di circostanze che porta Leonardo a una ricerca di giustizia e vendetta. Tra indagini
personali, vendette trasversali e scontri brutali, la storia riflette il degrado della società contemporanea, con riferimenti a eventi di cronaca nera realmente accaduti, come il Circeo, ritradotti in un contesto cinematografico. Il film fonde temi di violenza, microcriminalità e denuncia sociale, con una forte componente visiva”.

“Negli ultimi anni, in Italia, si è assistito a un preoccupante aumento della microcriminalità, con episodi che colpiscono la sicurezza e la serenità dei cittadini. Aggressioni, furti e atti vandalici sono in crescita, spesso legati a tensioni sociali e disparità etniche. In diverse città italiane, sono emersi casi di microcriminalità che coinvolgono bande giovanili e conflitti tra comunità di diverse origini. Anche in Emilia-Romagna, la regione in cui viviamo, si moltiplicano gli episodi di violenza quotidiana. In città come Bologna e Modena, si segnalano sempre più spesso risse e rapine nelle zone centrali e periferiche. Questo fenomeno non riguarda più solo i grandi centri urbani, ma tocca anche i piccoli comuni, riflettendo una realtà che non può essere ignorata. Il film nasce con la missione di denunciare questa crescente violenza reale che sta affliggendo l’Italia, cercando di portare l’attenzione su un problema che minaccia la sicurezza e il benessere della società”.

“Nel corso degli ultimi cinquant’anni, l’Italia ha assistito a numerosi episodi di cronaca nera che hanno rivelato il lato più oscuro della criminalità. Il massacro del Circeo (1975), in cui una gang di giovani torturò e uccise brutalmente una ragazza, è uno dei crimini più sconvolgenti. Questo episodio è inserito nel film per mettere in luce la pericolosità del teppismo di gruppo. La vicenda del dottor Carlo Martelli (2018), aggredito con la moglie da rapinatori che li mutilarono nella loro villa, riflette la crudeltà che si nasconde dietro rapine apparentemente “ordinarie”. Il film ne riprende la brutalità per mostrare il terrore vissuto dalle vittime. L’aggressione a Willy Monteiro Duarte (2020), picchiato a morte da un gruppo di uomini per motivi razziali, è un altro caso sconvolgente ripreso nel film per denunciare la violenza razzista e la vulnerabilità di chi ne è vittima. Infine, episodi di violenza omofobica come l’uccisione di Vincenzo Ruggiero (2017), assassinato per il suo orientamento sessuale, sono trasposti nella narrazione per denunciare l’odio contro la comunità LGBTQ+ e sensibilizzare il pubblico sulla necessità di protezione e consapevolezza sociale. Attraverso questi eventi, il film usa la cronaca nera per
mettere in evidenza la vulnerabilità dei cittadini, denunciando un sistema inadeguato e stimolando una riflessione sulla giustizia”.

“Questo film, girato esclusivamente in Emilia Romagna, offre un’importante opportunità per collaborare con enti pubblici, associazioni e aziende locali, unendo le forze per sensibilizzare su tematiche cruciali come violenza e discriminazione. I comuni possono partecipare attraverso patrocini onerosi, ospitando il set e valorizzando il territorio, con benefici anche in termini di visibilità e turismo. Ristoranti, hotel e B&B locali possono offrire ospitalità per la troupe, sostenendo così la produzione e guadagnando visibilità. Le associazioni contro la violenza sulle donne, la discriminazione razziale e l’omofobia possono collaborare per rafforzare il messaggio del film e ampliare l’impatto sociale. Le aziende che desiderano sostenere un progetto impegnato nella denuncia della violenza possono associare il loro nome
al film, rafforzando la loro immagine etica e sociale. Unendo le forze, possiamo dare vita a un progetto che non solo racconta una storia
potente, ma contribuisce anche a promuovere il cambiamento nella nostra regione e oltre”.

L’Happy Clown originale, prodotto nel 2017 con zero budget e senza cast tecnico, ha ottenuto risultati sorprendenti: Distribuzione nei cinema locali con sold out: ogni proiezione ha registrato il tutto esaurito. Distribuzione in DVD da parte di Nocturno.

Progetto parallelo di fumetto: l’associazione Il tempio della nona arte sta lavorando a un fumetto ispirato al film, che sarà messo in
vendita.

Iconicità del personaggio: Happy Clown è stato disegnato e riprodotto in 3D, diventando un’icona del progetto e un potenziale asset per future iniziative commerciali.

Grazie per aver dedicato del tempo a scoprire il nostro progetto. Ci auguriamo che possiate vedere in esso un’opportunità di
collaborazione e unire le forze per realizzare insieme qualcosa di significativo.

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