Il paese del melodramma
Arriva in dvd e Blu-ray per Dynit, l’ultimo film di Francesco Barilli, Il paese del melodramma, ambientato in una Parma che si trasforma nello scacchiere di una sfida tra un ex cantante lirico, Carlo (Luca Magri) orbato di moglie e figlia in un disastro aereo, ora alcolista cronico, e la Morte stessa, quella della tradizionale iconografia, vestita con cappa e armata di falce messoria (Luc Merenda). Qui, la Belle dame sans merci, è tratteggiata con una spiccata passione melomane, cultrice di Giuseppe Verdi e crudelmente machiavellica: il suo scopo è riportare Carlo sulle scene, in una rappresentazione definitiva e suprema del Macbeth. Niente mezze misure sono concesse: o Carlo accetta o la Signora in nero lo farà fuori. Barilli sviluppa presupposti che già stavano nel suo cortometraggio Il cavaliere errante (2012), in cui, sempre la Morte, smarriva la propria arma, cosicché sulla Terra nessuno oltrepassava più l’estremo varco.Il “tono” del Paese del melodramma contempera tutti i suoi registri prediletti e le sue passioni: lirica e pittura avvinghiate in un dramma che diventa il racconto di una corsa verso l’abisso, ineluttabile e altrettanto inevitabilmnente punteggiato di humour noir, macabro e surreale.
Barilli stesso entra nel ruolo del padre del protagonista, cercando di ridurre a ragione quelli che sembrano solo i deliri alcolici del figliuolo, il quale si vede costretto, infine, ad accettare un percorso di redenzione e a rimettersi in gioco, sotto il pungolo della Morte che ovunque lo tallona e lo incalza, sgomentandolo con la visione dei fantasmi della moglie e della figlia defunte. Un classico, più in generale, del noir appare questo tema di un protagonista forzato dalle cose, da cogenze esterne (ma nel fondo anche da moti interiori) a rientrare in campo e ad affrontare ancora una volta “l’impresa”. Giungendo a un redde rationem che non si rivela ma che ammorbidisce in qualche modo il pessimismo che Barilli ha sempre manifestato nelle somme in estremo dei suoi racconti cinematografici, fin dai tempi del Profumo della signora in nero. Inevitabilmente, Il paese del melodramma diventa anche una meditatio mortis del regista, un avvicinamento e forse un po’ un tentativo di addomesticare un concetto spaventevole, dando ad esso il corpo filmico di Merenda, che parla con accento francese e si abbandona a monologhi ammirati dinnanzi alla statua di Verdi: come a dire che l’arte riesce ad avere ragione su tutto, irrazionale tra gli irrazionali compreso.
L’edizione home video presentata da Dynit propone l’opera di Barilli nel formato 16/9 e con un riversamento che rispetta l’ottimo lavoro fotografico di Alessio Gelsini Torresi che, agevolato dai magnifici interni che fanno da sfondo alla vicenda (il teatro Regio di Parma e soprattutto il Duomo, in cui lo stremato protagonista, allo sbando, dialoga con un prete sul concetto non solo religioso ma soprattutto filosofico della “Morte”). La colonna audio Dolby Digital 5.1 ha il pregio di rendere chiare e comprensibili le parole dei personaggi, particolarità niente affatto scontata nei film italiani. Quanto al comparto extra, esso ingloba il cortometraggio L’urlo, girato da Barilli con protagonista Luca Magri, nel 2019, e remake dell’omonimo corto di Camillo Bazzoni, del 1966, di cui Barilli fu interprete. Il backstage del film è invece illustrato con una serie di servizi televisivi, realizzati nel corso della lavorazione, con interviste al regista, a Luc Merenda e a Luca Magri.